di STEFANO RAVAGLIA

 

E così siamo arrivati in fondo. Domenica 20 maggio alle 18, San Siro saluterà il Milan 2017-18. Siamo arrivati alla fine di una stagione che di certo non ha annoiato nessuno. Prima le note dolenti, poi gli alti, e ancora i bassi. Il Milan partito col vento in poppa ha ammainato la vela quasi subito e si è perso tra  esoneri, gol subiti dai portieri, i perenni dubbi sui cinesi e un altro piazzamento lontano dalla zona Champions League.

Per i bilanci, ripassare domenica intorno alle 20. Intanto, ultima curva della stagione non meno impegnativa: arriva una Fiorentina ferita dalla sconfitta interna col Cagliari e che nel nome di Astori ha disputato un’ultima parte di campionato orgogliosa. Non è scontato vincere: il Milan deve farlo, se non vuole definitivamente mandare in mille pezzi una stagione già sfregiata, oltre che da quanto detto, anche dallo 0-4 in Coppa Italia.

Poi? Via alle danze del mercato. Che quest’anno terminerà prima, il 19 agosto, e vedrà certamente cessioni illustri. Due nomi? Se Fassone e Mirabelli vogliono monetizzare e trovare denaro che innanzitutto dia respiro alle casse e possa essere anche re-investito, dovranno piazzare sul mercato un Donnarumma deprezzato dopo le magagne di Roma. Il PSG è una destinazione molto possibile, quasi certa. La società prende tempo con dichiarazioni di supporto e di ipotetico futuro rossonero, ma le cose non stanno proprio così. La maglia rifiutata dalla curva è l’ennesimo segnale di una situazione comunque altalenante: dopo i fattacci di un anno fa, con il mancato rinnovo e poi la presunta pace, i tifosi rossoneri si scagliarono via web (brutta moda) con il portiere. Salvo poi applaudire a San Siro e far finta che nulla sia successo.

Ora un nuovo attacco? Andiamo, serve equilibrio. Nessun giocatore è più eterno nel calcio di oggi, men che meno un diciottenne suscettibile che stuzzica l’appetito di molti club europei. Conta la maglia, e per una volta dimostriamolo. Al Milan, a questo proposito, suggerire un altro partente: Suso, che pur bene ha fatto per lunghi tratti nella sua militanza rossonera, è comunque un giocatore di scarsa affidabilità. Sparito dai radar dopo che per un periodo aveva trascinato i rossoneri, pare aver riscoperto il vizio di spegnersi mano a mano che la stagione prosegue, così com’era accaduto l’anno passato. Sicuri che serva uno così?

Cedere, monetizzare e trovare gente da Milan. Una squadra giovane, come più volte denunciato in positivo da Gattuso, deve però trovare le chiocce che possano assistere i piccoli, soprattutto in vista di una nuova avventura europea alle porte. Niente torre di Babele come lo scorso anno ma acquisti mirati (“tre o quattro e potremmo dire la nostra”, Gattuso dixit). Per trovarli, magari un centinaio di milioni con la cessione dei due di cui sopra, sarebbero un ottimo punto di partenza.

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