Estate 2002: il 31 agosto il colpo di coda di Galliani e Berlusconi con l’acquisto di Alessandro Nesta

di STEFANO RAVAGLIA

 

Seedorf era arrivato in cambio di Coco. Prendendosi gli insulti e le pacche sul cofano della macchina al suo primo giorno a Milanello: “interista”. Poi c’era Simic, terzino destro che era in campo nell’Inter anche la sera del 6-0 del 2001. La tifoseria, stanca, sbotta: “Ma perché non facciamo la fusione?”. Il via vai di scambi tra Inter e Milan è una lista lunga e in quell’estate del 2002, con il Milan che attende la vera e propria rinascita dopo una stagione che aveva deluso le attese (con i nuovi pezzi da novanta Rui Costa e Inzaghi aveva centrato a fatica il quarto posto anche per via di tanti infortuni), il mercato non pare decollare. Dal Feyenoord arriva Tomasson, attaccante che ha appena dato la Uefa agli olandesi, ma a tenere banco è la situazione della Lazio e dei suoi big. Con i conti in rosso e desiderosa di vendere, Alessandro Nesta è il pezzo più pregiato. Tecnica, velocità, classe, tempismo, non manca nulla al capitano della Lazio con la quale ha vinto scudetto, Coppa Italia e Supercoppa Europea.

Non è il solo, però: anche Cannavaro pare sulla via di cambiare maglia. Inizialmente è l’Inter ad essere sulle tracce del difensore romano e pare quasi cosa fatta: “Si può fare”, annuncia Moratti. Al raduno del 1° luglio, con il Milan atteso dal preliminare di Champions League contro lo Slovan Liberec, Galliani dichiara: “Nesta non arriverà. Il campionato non si vince con le figurine”. Pare una resa sincera, ma non sarà così. Per 50 miliardi, l’ultimo giorno di mercato, dopo che i rossoneri hanno fatto loro anche Rivaldo, il tassello mancante a una squadra che scoprirà Pirlo straordinario regista, arriva all’Hotel Gallia di Milano. Subito fuori dalla stazione centrale, si radunano centinaia di tifosi rossoneri che guardano in su, verso quella terrazza da dove l’ormai ex laziale lancia la nuova maglia rossonera.

Soffrirà molto a settembre lo scontro con la sua ex squadra all’Olimpico (1-1 il finale) e nell’intervallo verrà sostituito. Ma sarà l’unica pecca di una carriera incredibile in maglia rossonera: nove mesi dopo, a Manchester, segna il rigore del 2-1 nella finalissima di Champions League con la Juventus, fondamentale per indirizzare il Milan verso il sesto successo europeo. Da ricordare il salvataggio sulla linea in rovesciata contro il Deportivo La Coruna o la grande avversaria, la Roma, punita in Coppa Italia la stagione successiva. Con Maldini costituisce una coppia formidabile, forse la migliore vista in Italia negli ultimi anni, quella che tutti i tifosi sognavano. E Cannavaro? Finirà all’Inter, e arriverà in semifinale di Champions League. Passerà il Milan di Ancelotti, Inzaghi, Pirlo e Nesta: la “tempesta perfetta” abbattutasi su San Siro e soprattutto sugli avversari.

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