Primo tempo da museo degli orrori e Betis in vantaggio quasi subito. La rimedia Suso, ma è un Milan troppo rimaneggiato e in grande affanno

di STEFANO RAVAGLIA

 

Tra il bianconero, c’è il Betis. Dopo l’Udinese e prima della Juventus, il Milan scende in campo a Siviglia contro i biancoverdi per la quarta di Europa League, che, in caso di successo, permetterebbe di porre una importante ipoteca sulla qualificazione. Incerottata e affaticata, la squadra viene quasi stravolta: Gattuso manda in campo un 3-4-1-2 con Calhanoglu trequartista e Suso di fianco a Cutrone. A fare gli esterni, o almeno a provarci, sono Laxalt e Borini. Mancano i soliti Bonaventura e Biglia (4 mesi di stop per lui, bella tegola) e Higuain, a riposo precauzionale in vista della Juve. Nel Betis è in campo il 37enne veterano Joaquin, e dopo 12 minuti è proprio dai suoi piedi che parte l’assist che sveglia subito la partita: palla a Lo Celso, lo stesso che aveva castigato il Milan all’andata, che in girata batte Reina. Cinque milanisti contro un solo avversario non evitano la beffa. Il Milan del primo tempo è molle, spento e soffre le iniziative avversarie. La squadra di Quique Setien gioca veloce e palla a terra, e la differenza di ritmo è notevole. Lo Celso e Joaquin guizzano, Sanabria in area è pronto a raccogliere i suggerimenti e su uno di questi, al termine di una manovra elaborata, il numero 9, che aveva portato in vantaggio i suoi a San Siro, sfiora il raddoppio col pallone che esce di pochissimo su suggerimento di Firpo Junior. E il Milan? L’unica conclusione degna di nota è di Calhanoglu, che prova un diagonale che al 37° viene bloccato da Lopez. Un mesto e drammatico primo tempo finisce con i rossoneri sotto ma soprattutto senza spunti e con poche idee.

Come spesso accade, voltafaccia nella ripresa. E chi può essere il risolutore se non Suso? Aggrappato alle sue individualità, il Milan trova nello spagnolo, in terra di Spagna, il Messia: prima calcia a giro impegnando Lopez che devia in angolo con un intervento prodigioso, poi, dalla stessa posizione, calcia una punizione a giro che si insacca senza che nessuno tocchi. Ci prova Bakayoko, ma non la sfiora nemmeno, e così l’1-1 è del numero 8. Borini ci prova subito dopo, a pareggio avvenuto, calciando addosso a Lopez. Dopo una fase di lunga iniziativa rossonera, il Betis si riposiziona e riprende il controllo delle operazioni. Alla mezz’ora via ai cambi: Gattuso toglie Laxalt e mette Abate, nel Betis fuori Sanabria e dentro Loren. Dopo una ottima occasione per Borini che calcia alle stelle da buona posizione, è il Betis a farsi pericoloso, con una grandissima occasione di Tello che davanti al portiere si fa parare la conclusione da un Reina super. Nel frattempo, Romagnoli rileva Musacchio: per l’argentino qualche attimo di spavento per uno scontro con Kessié. Il numero 22 sviene ma si riprende quasi subito. Nel finale dentro anche Bertolacci al posto di Calhanoglu che esce zoppicante. Il Milan torna a quattro dietro, ma non avrà più opportunità nitide. Nei sei minuti di recupero non ci sono occasioni rilevanti ma è il Betis a spingere e il Milan a reggere l’urto. L’1-1 resiste fino al triplice fischio di Pawson: e per un brutto Milan, al quale non possono bastare le attenuanti degli assenti, è quasi certamente un sollievo. Ora la sfida diretta è tutta con l’Olympiacos: 7 punti ciascuno, e lo scontro diretto ad Atene di metà dicembre, dopo la partita interna contro il Dudelange, sarà decisivo.

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