Un intervento che poteva consistere in una “sliding door” della stagione rosso-nera…
Di GIUSEPPE LIVRAGHI
Quando si giunge in una situazione nella quale i destini di qualcuno possono cambiare, è ormai prassi utilizzare i termini “sliding doors” (“porte scorrevoli”, dal titolo di un bel film, del 1998, del regista britannico Peter Howitt): anche il Milan ha avuto varie porte scorrevoli, in questa strana stagione, una delle quali nell’ultimo impegno casalingo, il Milan-Frosinone dello scorso 19 maggio.
La “porta scorrevole” consiste nel rigore parato da Gianluigi Donnarumma all’attacante ciociaro Camillo Ciano al 50′ di tale incontro, sul risultato di 0-0: evitato lo svantaggio, il Milan è destinato a passare a condurre poco dopo (57′) con Krzysztof Piatek, per poi raddoppiare (al 66′) con Suso.
I tre punti conseguiti coi frusinati, uniti al pareggio dell’Atalanta sul campo della Juventus e alla sconfitta dell’Inter in quel di Napoli, riaprono la lotta per la Champions League, proiettando i rosso-neri a un solo punto da atalantini e interisti.
Dalla possibile (clamorosa) sconfitta alla vittoria: sembra un segno del destino, quella porta scorrevole che anziché lasciarti fuori dalla Champions League ti consente di sperare ancora, con buone possibilità di raggiungere l’obiettivo.
Invece, le cose vanno diversamente: Atalanta e Inter non falliscono l’ultima possibilità, respingendo l’ultimo “assalto” del Milan, vanamente vittorioso sul campo della SPAL.
Nonostante quella parata del portiere rosso-nero sia (col senno di poi) risultata inutile ai fini dell’accesso alla massima competizione continentale, resta comunque un grande intervento, che ha evitato al “Diavolo” una poco onorevole sconfitta interna con una squadra già retrocessa (ma giustamente giunta a San Siro per giocarsela con grande dignità).
Piccolo excursus “storico-cinematografico”: “Sliding doors” prende spunto dal lungometraggio (anch’esso basato sul destino) “Destino cieco”, opera del 1981 del regista polacco (come Piatek) Krzysztof Kieslowski.
