È arrivato il giorno in cui Silvio Berlusconi dirà addio al “suo” Milan. Dopo 31 anni di presidenza, 25 in cui siamo alcuni nati, alcuni cresciuti, alcuni maturati, a pane, successi e Milan, volgono al termine.
In queste ore, in un prestigioso Studio Legale milanese, fervono incontri e colloqui tesi a trasferire la proprietà Rossonera da Fininvest a Yonghong Li. Il Milan diventerà per parte cinese, grazie al broker spalleggiato da Haixia e da Huarong e, per parte, americano grazie al contributo ultimo e determinante del fondo Elliott.
Il sentimento che pervade quasi tutti i tifosi del Milan è in parte di confusione ed in parte di felicità o speranza se preferite.
Confuso perchè sebbene ottimisti fino al midollo, poco sappiamo di questo personaggio che tanto ha fatto in quest’ultimo anno pur di raggiungere il suo scopo e poi perchè i successi raggiunti in questo trentennio, mai prima da nessuno, saranno ineguagliabili per chiunque e la domanda “cosa ne sarà adesso del nostro Milan”, non potrà avere risposte certe.
Un banco di nebbia, ad oggi, ci avvolge; speriamo rispunti il sole.
Dalla resa nell’anno del primo scudetto di questa Juventus, alla cessione di Ibra e Thiago Silva, è stato un declino inarrestabile, solo la Supercoppa conquistata a dicembre del 2016 in quel di Doha.
Troppo poco, veramente troppo poco.
Ed ecco perchè, se da un lato ci sentiamo un pò confusi e smarriti, dall’altro viviamo questo passaggio di consegne come una sorta di felicità o speranza se preferite.
In questi mesi, in queste settimane, sono circolate attorno al “nuovo” Milan voci su cifre e calciatori non più accostate alla Società di Via Turati prima e del Portello poi, da alcuni anni a questa parte.
Speriamo che il nuovo AD Fassone ed il nuovo DS Mirabelli, possano cogliere i frutti sperati e necessari al ritorno del Milan alle posizioni di vertice.
Intanto, nella giornata di ieri, l’intero CdA ha rassegnato le proprie dimissioni, ivi comprese quelle di Adriano Galliani e Barbara Berlusconi; questa mattina arriveranno i soldi necessari alla firma definitiva; domani nell’Assemblea già indetta verranno ratificate le dimissioni suddette e si formerà il nuovo CdA che dovrebbe essere composto da 6/8 persone al fine di garantire la presenza, nello stesso, di tutte le parti che hanno lavorato a questo storico “passaggio di mano”, storico non solo per il Milan e i suoi tifosi ma anche per l’intero sport mondiale: mai la compravendita di una società sportiva ha visto impegnato un così ingente trasferimento di capitali.
Silvio Berlusconi ha saputo tenere altissima la valutazione del “suo” Milan ma, se dall’altra parte ha trovato persone intente ad acquistarlo vuol dire che la valutazione fatta era quella giusta; inutili ulteriori disquisizioni.
La palla passa dunque nelle mani di Yonghong Li; a mio modesto parere, per poco.
Credo che nell’immediatezza, il broker cinese, in una operazione in stile Thohir con l’Inter, si metterà alla ricerca di nuovi investitori; 2 o 3 anni in cui, probabilmente, assisteremo ad un nuovo passaggio di mani.
In fondo, è quello di cui si occupano i due colossi, Huarong ed Elliott, che hanno affiancato Yonghong Li in questa scalata al Milan, difficile che i due fondi decidano di occuparsi “in prima persona” della squadra.
Entrambi, su territori diversi, si occupano di acquisizioni di società da rilanciare attraverso ristrutturazione e successiva rivendita.
Aspettiamoci “altri” cinesi o “altri” americani, di tanto in tanto, accostati ai colori rossoneri.
Insomma, la scalata al mondo che Berlusconi riuscì a compiere nei primi 3 anni di gestione, sarà questa volta più tortuosa ammesso che riesca.
La passione, il trasporto, l’amore, la dedizione che Silvio Berlusconi ed Adriano Galliani, ma anche Ariedo Braida, non dimentichiamolo, hanno messo in questi lunghi anni sarà difficile che riviva in altri soggetti.
I banchi di prova saranno immediati: dapprima c’è da affrontare il discorso allenatore, un eventuale cambio in panchina non sarebbe auspicabile.
Questo Milan ha vinto la Supercoppa ed è in zona Uefa grazie sopratutto al lavoro di Vincenzo Montella.
Seguirà il “nodo” Donnarumma; il portierone rossonero è l’idolo incontrastato, la futura bandiera della squadra; i tifosi rivedono in Gigione la figura di Franco Baresi e la sua storia, impensabile un Milan senza il suo “99”, necessita blindarlo per tanti tanti anni.
Ancora in sospeso il rinnovo di Suso, colui che ha “riacceso le luci a San Siro”.
Non cito De Sciglio; se in Donnarumma molti rivediamo la storia di Baresi, in quella di De Sciglio possiamo tranquillamente rivedere quella di Collovati, anche se, sotto il profilo tecnico il paragone non regge: Fulvio fu Campione del Mondo e il suo passaggio all’Inter fu doloroso, in questo caso, in caso cioè di addio di De Sciglio, nessuno si strapperebbe i capelli.
Altra questione aperta: Deulofeu. Vorrà e farà di tutto la nuova dirigenza per trattenere lo spagnolo impostosi al Milan o preferirà puntare su altri obiettivi come il laziale Keita Balde? Una scelta nel segno della continuità sarebbe apprezzata da tutti, allenatore in testa.
Ed infine i rinforzi, i “nuovi”.
Vedremo se arriveranno giocatori già affermati o prospetti, i vari Fabregas, Kolasinac, Musacchio o altri profili al momento meno strombazzati.
Ecco, tante le domande a cui serve dare risposte certe ed urgenti, il nuovo Milan dovrà fare in fretta, Fassone e Mirabelli probabilmente, anzi certamente, hanno già apparecchiato, vedremo il menù.
Confuso e felice.
Sandro Cerisano