Il ‘pasticcio Donnarumma‘, il budget di mercato speso per i 3/4, i colpi in uscita fermi, nessun fuoriclasse preso e i nuovi dubbi sulla società Milan

Lo stato d’animo dei tifosi milanisti passa – in questi giorni afosi di fine giugno – dall’esaltazione per i colpi di mercato a raffica, all’ira funesta per il non rinnovo e la possibile perdita a zero euro di Gigio Donnarumma, l’unico fuoriclasse in rosa.
Del resto da un anno a questa parte, dal contratto di vendita siglato tra Yonghong li e Silvio Berlusconi in Sardegna sino ad oggi, l’altalena delle emozioni è stata pari a quella di un rollercoaster: tra rinvii, proroghe, prestiti, cordate vere o presunte.
Nel frattempo gli uomini di Vincenzo Montella hanno alzato una Supercoppa Italiana contro la Juventus e riconquistato l’Europa League. Accusando però un pauroso calo di rendimento e un’involuzione tecnica in primavera, pur con l’innesto di Deulofeu, e aiutati dal crollo verticale di Inter e Fiorentina. Cosa dobbiamo augurarci allora per il proseguo del nostro amato Diavolo?
Vista la bocciatura del piano presentato ai manager Uefa, che hanno sottolineato con la penna rossa alcuni dati del business plan stilato da Fassone, e la visita a Casa Milan di rappresentanti di Blue Skye, emanazione del fondo americano Elliott ( che ha prestato 300 milioni di euro per il closing e finanziato con altri 128 milioni il calciomercato ), forse c’è da augurarsi un ulteriore passaggio societario. E qualcuno dovrebbe spiegare ai tifosi rossoneri che Yonghong li non è uno sceicco arabo, purtroppo.
Magari qualche manager esterno che controlla i conti di via Aldo Rossi, proprio in questi giorni avrà fatto notare ai dirigenti Fassone e Mirabelli ( vedi l’interessante articolo di Calcio e Finanza sulla ricerca di un nuovo CFO ) che il caso Donnarumma-Raiola non è stato gestito con lo stile Milan. Le parole tranchant dell’ex presidente Berlusconi hanno chiosato è completato questo ragionamento. E il ragazzino, enfant prodige, rappresenta una ricca plusvalenza per il club  meneghino se rinnoverà il suo contratto, oppure genererà un clamoroso buco di bilancio in caso contrario, dovuto al mancato incasso milionario della sua vendita.
Forse qualcuno dei manager del fondo Elliott avrà fatto notare che sono già stati spesi i tre quarti della cifra stanziata per il calciomercato, senza portare a casa però nessun nome Top di livello internazionale. Siamo passati infatti dai Belotti, Morata e Aubameyang, a una trattativa per Kalinic. Per carità, tutti i giocatori arrivati copriranno ruoli in cui il diavolo necessitava rinforzi (Musacchio, Kessie, Rodriguez,Silva). Ma sono stati pagati a prezzo pieno di mercato, interamente cash pur con dilazioni e formule varie. E non sono stati inseriti i pezzi segnalati in uscita in queste operazioni (Bacca, Lapadula, Montolivo, Kucka, Poli, Niang). Non parliamo poi di Sosa, Mati e Gomez, i rinforzi voluti l’estate scorsa da Montella, che non hanno mai inciso in campionato. Questo adesso complica la chiusura di colpi fondamentali per la squadra come un altro centravanti di peso (che garantisca 20 gol), un regista e magari un esterno: stiamo parlando di Kalinic, Biglia e Keita. Conti dell’Atalanta è un ottimo elemento, ma lasciare De Sciglio alla Juventus sarebbe l’ennesimo errore madornale, come la partenza di El Shaarawy che è stato fondamentale nel finale di stagione per la Roma.
Nella conferenza stampa di Mino Raiola a Montecarlo nessuno ha sottolineato la frase più importante pronunciata dal vulcanico agente: “se ci fosse ancora Adriano Galliani Ibrahimovic sarebbe già a Milanello“. E aggiungiamo magari anche Mario Balotelli. Non sarebbe stato splendido intavolare con Mino questo triplo colpo: il rinnovo di Gigio, il ritorno di Zlatan e di Mario? Spendendo molto meno e con un ritorno d’immagine fenomenale per il Milan nel mondo. Ma Raiola avrà pensato: con chi devo parlare dei soldi? Col cinese, con l’americano, con Berlusconi o con mister X?
Il popolo del web è convinto che Yonghong li abbia le potenzialità di uno sceicco arabo. Che nonostante le funamboliche tappe per scalare il Milan sia introdotto con chissà quali politici o tycoon cinesi (mentre in realtà fuori tempo massimo ha dovuto pagare a caro prezzo di interessi i mega prestiti della statunitense Elliott, oggi forse rinegoziati da Goldman Sachs, mentre in cordata ha ammesso di essere rimasto solo). I tifosi del Diavolo credono che Fassone e Mirabelli siano i migliori dirigenti del calciomercato italiano, e che i nuovi acquisti siano fenomeni assoluti, in grado di fare la differenza.
Vedremo allora se la cronaca cinese supererà la storia italiana. Con ironia aggiungiamo che sarebbe meglio proiettarci in un futuro americano…
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