di STEFANO RAVAGLIA

 

La redazione di MilanCafe24.com ha raggiunto Danilo Caravello, esperto e navigato procuratore tra gli altri di Luca Antei del Benevento e di numerosi giocatori del Sassuolo che scalò le vette nazionali dalla C2 alla serie A, nonché titolare della società Football Service, per avere un parere autorevole circa gli argomenti di stretta attualità rossonera e non, anche e soprattutto riguardanti il mercato.

 

Danilo, cosa pensi della questione Raiola-Donnarumma enfatizzata in settimana dallo stesso procuratore e dei suoi attacchi verso la Nazionale?

“Per Mino Raiola credo sia tutto chiaro dalla scorsa estate. Fosse stato per lui non avrebbe mai rinnovato il contratto a Donnarumma con il Milan. Ha sempre detto che non crede in questa proprietà, in questa società e nelle possibilità di arrivare o tornare ad altissimi livelli. Dipende molto dalla famiglia Donnarumma e dalla loro volontà, ha un contratto lungo e importante, quest’estate bene o male si sono imposti su Raiola. E dipende anche dal Milan: non dovesse andare in Champions League, credo che lui sia uno dei calciatori più appetibili sul mercato per età e per valore. Per quanto riguarda la Nazionale, conoscendo il personaggio Raiola, è vero che ha fatto pubblicità ai suoi clienti, che ha criticato aspramente Di Biagio, la FIGC e quant’altro. Io lo stimo ed è un professionista, ma in questo caso ha anche dimenticato che Verratti, altro suo assistito, in Nazionale c’è e forse non lo merita fino in fondo. C’è sempre un dare e un avere, l’esclusione di Balotelli non è solo tecnica ma legata anche al fatto che ci vuole un po’ di tempo per riaccoglierlo nel gruppo, dal quale non si è lasciato benissimo”.

Oggi la figura del procuratore è sempre bersaglio di critiche. Tu che fai parte di questo mondo, come ti poni davanti a questi attacchi?

“Deve esserci un equilibrio a tutto. Il procuratore non è il male o la peste del calcio, perché non dimentichiamoci che va a trattare con un fondo, un presidente, un amministratore o un direttore. Io sono assolutamente a favore della reintroduzione dell’esame e dell’albo, perché la mia categoria aveva perso di credibilità ed è stata aperta a tutti e a troppi. Ma le operazioni importanti, le chiudono i primi trenta o quaranta procuratori che gestiscono il mercato. In più, faccio un esempio p: perché se i procuratori sono il male del calcio le società accettano di mettere nei contratti una clausola rescissoria? Se viene messa, non è perché va a vantaggio di procuratore o giocatore, ma è perché probabilmente la società pensa che in quel momento ci sia un valore importante al quale non si può dir di no. C’è sempre qualcuno che la paga. Anche nel caso di Donnarumma viene gettato tutto addosso a Raiola, ma è un giochino che fa comodo a tutti, altrimenti non mi spiego perché il Milan la faccia corta e prenda Reina a parametro zero”.

Nella prossima estate i tempi del calciomercato saranno ridotti e chiuderà il 19 agosto, prima dell’inizio del campionato. Sei favorevole o contrario?

“Assolutamente favorevole. Io avrei fatto addirittura qualcosa in più: andava benissimo anche al 31 luglio. Bene per noi e per l’Inghilterra, ma se non si equiparano altri paesi, rischiamo divenga una cosa a metà che non porta gli effetti che deve portare. Se altri mercati restassero aperti, i calciatori giocherebbero con qualche distrazione in più. E poi pensiamoci: il mercato inizia ad aprile-maggio, quando i campionati sono al termine, è già mercato. Parliamo di tre mesi, il tempo c’è”.

Venendo al Milan, dove la squadra di Gattuso dovrebbe intervenire maggiormente nel prossimo mercato in entrata?

“Intanto a Gattuso bisogna fare i complimenti, e anche al suo staff. Hanno riportato il Milan nelle prime cinque o sei del campionato, dove deve stare. Per tornare a competere ad alti livelli occorre prendere almeno un top-player per reparto, certamente in mezzo al campo e davanti, sperando che non ci siano troppe cessioni eccellenti”

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