di STEFANO RAVAGLIA

 

In principio fu la Svizzera. La Coppa Chiasso, torneo istituito per tre edizioni, tutte appannaggio del Milan, nel 1906- ’07 e ’08, fu il palcoscenico del primo Milan-Inter della storia. Si giocò tutto in una domenica, il 18 ottobre del 1908, e con tempi da 20 minuti ciascuno. Nella finalissima, quel giorno, i capitani si accordarono per disputare due tempi da 25 minuti ciascuno. Questa può essere una discriminante per le statistiche: il derby da novanta minuti fu vinto 3-1 dal Milan in amichevole nello stesso anno, e da molti è segnalato come il vero, primo derby della storia. Fatto sta che il Milan, quel pomeriggio d’ottobre in Svizzera, vince 2-1. Arbitro? Toh, un certo Meazza. “Non possiamo tralasciare di congratularci con lui per la sua competenza ed equità nell’adempimento del difficile compito”, recitano le cronache dell’epoca.

Le esaltanti avventure d’inizio Novecento, per il Milan finiscono presto e sopraggiunge il buio pesto. Nel frattempo, l’Inter del compianto Arpad Weisz si aggiudica il primo campionato a girone unico, nel 1930. I rossoneri tornano al successo nel 1951 e si ripeteranno a cadenza biennale nel 1955, ’57 e ’59. Il 27 marzo del 1960,  invece, è il giorno di Altafini: l’italo-brasiliano segna un poker a San Siro nel derby vinto 5-3 dal Milan, che dopo quaranta minuti conduce già 4-0. Nel 1970-71, con il Milan a lungo avanti, l’Inter rimonterà e farà suo il titolo. L’8 novembre del ’70 però, un sontuoso Milan spazza via i nerazzurri per 3-0 grazie alle reti di Rivera, Villa e Biasiolo.

Un altro 27 marzo passa alla storia, non certo per quanto accade in campo ma per una epica narrazione del grande Beppe Viola: quel giorno dell’anno 1977, Milan e Inter pareggiano in un orrendo 0-0, ultima presenza di Mazzola nella stracittadina. “Derbycidio” lo apostroferà il giornalista milanese, che per tutta risposta a questo scempio manderà in onda il filmato di un derby d’annata di qualche anno prima molto più spettacolare; “roba buona” come lo definirà lui. Poi arriva anche per Rivera il tempo di appendere le scarpe al chiodo, e i due derby della sua ultima stagione da giocatore, 1978-79, sono una delizia per i rossoneri: all’andata 1-0 con incornata di Maldera, al ritorno, sotto 2-0, il Milan rimonta con due sventole di De Vecchi da fuori area, passate alla storia della memoria milanista.

Così come, risorto dall’inferno in cui precipitò dopo quel decimo titolo, è stampata a imperitura memoria l’immagine di Mark Hateley che sovrasta Collovati e batte Zenga nel derby del 28 ottobre 1984. Dopo due anni di serie B e gli sberleffi del pubblico interista, il milanismo si riscatta con gli interessi. L’immagine dell’inglese che schiaffeggia in porta con un perentorio colpo di testa la palla della vittoria, è diventata una vera e propria icona rossonera.

Poi arriva l’invincibile armata e sono dolori costanti. Il Milan di Sacchi ha cambiato il calcio e sta cambiando la storia: il 24 aprile 1988, Gullit e Virdis firmano lo strettissimo 2-0 che liquida i cugini. C’è un nuovo concetto di calcio in campo: l’Inter viene pressata e sovrastata dal primo all’ultimo minuto, senza alcuna possibilità di replica. In quegli anni d’oro, qualche scherzo all’Inter comunque riuscirà: Serena e Berti firmano due 1-0 nelle stagioni 1988-89 e 1990-91. Il Milan però scorrazza per l’Europa alzando Coppe in serie e lasciando agli altri le briciole. Nel 1992, il 18 aprile, sabato di Pasqua, Massaro buca Zenga di testa all’ultimo minuto. Non sarà l’unica volta: due anni più tardi, nel marzo ’94, l’illusorio 1-1 di Schillaci che risponde a Savicevic, viene ribaltato ancora da lui nel recupero.

Dovranno passare sei anni prima che il Milan torni a vincere un derby: nell’ottobre 1999, è Weah che troneggia in mezzo all’area mandando di testa il pallone sotto la traversa. Nel frattempo però, è arrivato un ucraino venuto dal freddo che sarà il peggior incubo per i nerazzurri: con 15 reti, Shevchenko è il capocannoniere rossonero nei derby. Nel 2001, l’11 maggio, il Milan esagera: 6-0 a una derelitta Inter con Tardelli in panchina. Poi, il derby diventa da esportazione e nel 2003 non si dorme per 15 giorni: semifinale milanese di Champions League, tiratissima e bruttina, che il Milan supera con due pareggi. Nel 2005 si replica: questa volta l’affermazione rossonera ai quarti di finale è più netta. Si chiude un ciclo e si arriva ai giorni nostri: Ibrahimovic, il grande ex, firma l’1-0 del novembre 2010, ultima annata in cui i derby contavano davvero qualcosa. Poi il dominio juventino e l’eclissarsi delle milanesi in mezzo a capitali cinesi e improbabili acquisti che hanno fatto impallidire i derby che furono. Ma non scherziamo: appuntamento mercoledì alle 18.30, perché “Milan l’è semper un gran Milan”.

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