DI SANDRO CERISANO
Archiviato il derby di Milano e, praticamente, anche la corsa al quarto posto utile per la partecipazione alla prossima Champions League, si può già tracciare un primo bilancio di questa contraddittoria annata.
Il campionato inizia sotto i migliori auspici, arrivano a Milanello calciatori importanti, l’investimento della nuova proprietà è di quasi 250 milioni di euro.
Dopo il finale della stagione scorsa, la conquista del posto Uefa e la vittoria in Supercoppa contro la Juventus, ultimo trofeo della Presidenza Berlusconi, è lecito attendersi il salto di qualità.
Ma le cose prendono una brutta piega quando, dopo la brutta sconfitta di Roma con la Lazio, Vincenzo Montella decide di cambiare tutto e stravolgere schemi, tattica e ruoli.
La discesa è precipitosa, seguono sconfitte su sconfitte contro le prime della classe; zero punti totalizzati contro le prime sei squadre in classifica.
Mirabelli decide per la svolta: via Montella dentro Gattuso; dopo un inizio balbettante con Benevento, Verona e Atalanta si ritorna al passato: difesa a 4, Bonucci e Romagnoli perni della ricostruzione, profondità alla manovra, azione che inizia da dietro e risultati che iniziano ad arrivare.
La galoppata è trionfante: arrivano vittorie e risultati utili in serie, difesa solida, Kessie insostituibile e Lazio, Roma e Sampdoria battute; pari con l’Inter e sconfitta immeritata con la Juventus, un solo passaggio a vuoto, la sconfitta interna con l’Arsenal che ha determinato l’eliminazione dall’Europa.
Gattuso ha conquistato e meritato la conferma fino al 2021. Nei dopo partita sempre lucidi e puntuali del nostro Mister, in tutta schiettezza vengono fuori quelli che sono i desideri di Rino per costruire un Milan vincente.
La Società dal canto suo si è già mossa per tempo ed ha puntellato a dovere il reparto difensivo peraltro già bello e completo: Reina e Strinic vanno ad aggiungersi ai calciatori già presenti in rosa da dove, probabilmente, saluteranno in due: Antonelli e Gomez.
Dovremmo così avere, in attesa di Conti, i fratelli Donnarumma e Reina portieri; Calabria e Abate a destra, Rodriguez e Strinic a sinistra, Bonucci, Romagnoli, Musacchio e Zapata centrali difensivi.
A centrocampo Gattuso e i tifosi si aspettano certamente qualcosa di importante.
La squadra cresce e a livello tattico si comporta secondo le linee guida del Mister; a livello qualitativo però manca ancora qualcosa e quando non si riesce a costruire dal basso non si mette in difficoltà l’avversario; in uscita si sbaglia ancora molto.
Questi, in sintesi, alcuni dei concetti spiegati da Gattuso nei post match; tradotto, serve una mezz’ala e, forse, un metodista capace di sviluppare meglio e più repentinamente il gioco.
A mio parere è su elementi di qualità e di esperienza internazionale che si concentreranno le attenzioni di Mirabelli, che certamente saprà dove indirizzare le proprie attenzioni.
Meyer potrebbe essere un profilo attenzionato così come Wilshere che tanto ci ha fatto male con l’Arsenal; Strootman uno che potrebbe fare al caso del Milan; Eriksen del Totthenam un sogno di vecchia data; Arturo Vidal un colpo da 90; da tenere d’occhio le situazioni in casa Chelsea e Bayern Monaco che partiranno con nuovi progetti tecnici e che di conseguenza lasceranno partire diversi giocatori attualmente in rosa.
Certamente confermati Biglia, Kessie, Bonaventura. Locatelli dovrebbe andare in prestito, Montolivo essere ai saluti così come Josè Mauri; vedremo cosa accadrà con Bertolacci positivo al Genova.
Davanti serve il bomber da 25 gol. Kalinic ha dimostrato di non meritare il Milan; Andrè Silva si sta inserendo lentamente, Cutrone la nota più lieta. Un profilo usato sicuro di spessore europeo, non guasterebbe.
Mirabelli, di recente, ha annunciato l’arrivo di un calciatore che illuminerà il Duomo, sarà un attaccante? Dzeko? Benzema? Il sempre stimolante Aubameyang? Morata? Lewandowski?
Vedremo, attendiamo fiduciosi, un’altra annata annaspante non sarebbe gradita.