di STEFANO RAVAGLIA

 

 

Nuvole ma clima gradevole a San Siro per Milan-Napoli. Il pareggio a reti bianche della Fiorentina dà ai rossoneri una grande possibilità di allungare sui viola, ma davanti alla compagine di Gattuso c’è un Napoli che vuole accorciare a -1 in attesa di Juventus-Sampdoria. Bisogna battere il ferro finché è caldo: Gattuso, senza la coppia centrale di difesa Bonucci-Romagnoli sostituita dal duo Musacchio-Zapata, sceglie infatti Kalinic come puntero d’attacco dopo il gol al Sassuolo. Sarri scioglie il dubbio a centrocampo tra Zielinski, Rog e Allan, optando per quest’ultimo. Il primo squillo è di Bonaventura: non irresistibile in quanto a forza la sua conclusione di sinistro, ma ben indirizzata, così che Reina è costretto a distendersi per deviare in corner. Il Napoli prende il comando delle operazioni ma è troppo leggero in fase di impostazione perdendo palle sanguinose sulle quali il Milan non sa approfittarne se non per ottenere qualche sporadico tiro dalla bandierina. Il ritmo cambia dopo una decina di minuti: Calhanoglu ispirato sfodera palle al centro e lo stesso fa Suso dall’altro lato: su due di queste i rossoneri sono pericolosissimi. Prima Kalinic toglie a Bonaventura la possibilità di un colpo di testa deviando allo stesso modo un cross dello spagnolo e un minuto più tardi il turco sfodera un traversone sul quale Reina deve intervenire per anticipare il croato. Il primo sussulto del Napoli è al minuto 14: Callejon calcia a lato. Ben più letale la combinazione Insigne-Maertens: il belga, davanti a Donnarumma, gli calcia praticamente addosso. In fase di non possesso le due linee del Milan si schierano molto ravvicinate non concedendo spazi ai partenopei che continuano a mantenere l’iniziativa lasciando agire di rimessa gli avversari. Calhanoglu arreta tenendo d’occhio la corsia di destra Maggio-Allan e il Milan è compatto e si muove in un unico blocco. Alla mezz’ora Calabria svirgola un rinvio ma Hamsik non ne approfitta: il sinistro dello slovacco è sporco e si spegne sul fondo. Quattro minuti più tardi è Insigne a penetrare in area ma il suo destro finisce largo. Segna Musacchio ma l’arbitro annulla per giusto fuorigioco, e uno svarione di Calabria che prova il colpo di tacco (!) per poco non apre a Mertens le porte della gloria. Le linee continuano ad essere strette ma il colpo di scena da una parte all’altra pare sempre possibile. Kessié continua a giostrare il gioco e pare non debba essere lui a impostare, ma tant’è, e l’ivoriano è sempre nel vivo del gioco.

La ripresa si apre con gli stessi effettivi e un’occasione che Hamsik trova come in un pacco natalizio: sull’imbucata improvvisa di Maertens il diagonale dello slovacco sfila dinnanzi alla linea di porta. Dall’altra parte, Bonaventura tiene in campo un pallone con un numero da arti marziali e ne viene fuori un ghiotto assist per Calhanoglu che liscia la conclusione. La partita pare reggersi su un sottile filo di equilibrio, con la consapevolezza che il primo errore potrebbe essere fatale. Al sesto Suso lascia sfilare un pallone portandoselo sul sinistro: da buona posizione la sua conclusione è però largamente fuori portata. Dopo l’ammonizione di Zapata per un pestone su Maggio, arriva il giallo anche per Hysai per uno sgambetto a Suso. Al minuto 65 Sarri cambia: dentro Zielinski per Hamsik e Milik per Maertens, passando a tra dietro e tentando di alzare la pressione. Nove minuti dopo esce Kalinic, ancora una volta pressoché impalpabile e gli fa posto André Silva lasciando invariata la disposizione in campo. Le azioni dei rossoneri si diradano e la squadra pare arretrare. Il Napoli manovra ma con scarsa lucidità e senza creare veri pericoli a Donnarumma; la fiera degli errori prosegue tra passaggi errati e inesattezze di passaggio da entrambe le parti. A dodici dal termine è il momento di Locatelli che rileva un impreciso Bonaventura. Insigne prova a fare il possibile su una imbeccata dalle retrovie, quando aggancia in modo acrobatico e calcia da posizione defilata verso Donnarumma che respinge. Il Milan si fa pericoloso nel finale su azioni d’angolo: un colpo di testa sotto misura di André Silva , per la verità disturbato da un avversario, termina alto: una delle rarissime opportunità avute dal portoghese. Lo 0-0 pare sonnecchiare, ma al primo dei tre di recupero il miracolo non lo fa San Gennaro ma Donnarumma: sul diagonale ravvicinatissimo di Milik, il portiere respinge con una mano facendo sfilare il pallone a fil di palo. Il numero 99 esulta e chissà se sarà una delle sue ultime firme in maglia rossonera. Di certo, un salvataggio da oscar. Un buon Milan, almeno per sacrificio e compattezza e che ha creato qualche buona occasione, seppur a tratti impreciso, inchioda il Napoli consegnando mezzo scudetto alla Juventus. Il problema del gol resta una annosa questione: urgerà correre ai ripari, perché a volte, con un po’ più di sostanza là davanti, il colpaccio può diventare realtà.

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