di SANDRO CERISANO
L’idillio tra Gigio Donnarumma ed il mondo Milan, tifosi in primis, si sa non è più quello di un tempo.
Grazie a Sinisa Mihailovic, il ragazzo appena sedicenne, si prende i pali della porta del Milan a danno del più esperto Diego Lopez oltre all’amore sconfinato dei propri tifosi che, in un battibaleno, lo ergono ad appena sedici anni appunto, beniamino incontrastato come in passato solo Rivera, Franco Baresi e Paolo Maldini.
Il portierone dimostra domenica dopo domenica, parata dopo parata, di meritare tutto l’affetto riversatogli; diviene l’idolo dei più piccoli, “Topolino”, il più letto tra i fumetti, gli dedica addirittura una copertina ed un episodio.
Ma, con l’arrivo della “fama” arrivano i primi screzi.
Il rinnovo del contratto sottoscritto lo scorso anno arriva dopo una lunga “telenovela” orchestrata e diretta dal suo agente: Mino Raiola.
E’ risaputo, il procuratore italo – olandese è uno che non bada a sentimentalismi, non solo, spesso si mette di traverso tra i suoi assistiti e le Società di appartenenza; non v’è legge o contratto che tenga, non appena Mino intravede la gallina dalle uova d’oro, incomincia a seminare zizzania; butta qua e la mezze frasi, mezze accuse, mezze allusioni così da mettere in cattiva luce il calciatore del momento agli occhi della sua gente.
Con Donnarumma il giochino è stato più semplice del solito, di fatto, il ragazzo è fin troppo giovane, è seguito dal Raiola sin dall’infanzia, è evidente che è più semplicemente “manovrabile”.
Gli è sempre andato tutto liscio con il nostro Gigio, erede designato di Buffon in Nazionale e, certamente il numero uno al mondo per almeno i prossimi 20 anni, almeno fino a quando non si è messo di mezzo con forza di argomenti e forse non solo, con un contratto principesco e con estrema astuzia, il prode Mirabelli che con la rudezza che lo contraddistingue, quando serve, mette in un angolo l’agente e rinnova al portierone senza clausola di rescissione.
In pratica oggi è il Milan che decide del destino del calciatore e solo previa richiesta dello stesso potrebbe essere disponibile a parlare di una sua eventuale cessione.
In tutto questo però una cosa voglio dirla, che possa servire anche da monito al Gigione rossonero: guarda bene che a parte il portafogli, specie quello proprio, non è che Raiola mostri attenzione verso la crescita professionale dell’atleta.
Tra i suoi assistiti, non figura un Pallone d’Oro; tra i suoi assistiti, non figura un Campione del Mondo; tra i suoi assistiti non figura uno che abbia lasciato sentimentalmente e professionalmente il segno nei vari team di appartenenza.
In alcuni casi è capitato finanche che, dietro l’ennesimo trasferimento milionario organizzato dall’agente, il calciatore abbia detto NO; quello più famoso resta il caso di Hamsik già promesso proprio al Milan ma che diede un due di picche a Società ed agente addirittura mollando il procuratore.
Oggi apprendiamo che proprio Raiola incassa altri due recessi dalle sue procure: il bomber Lukaku e l’Armeno Mikhitaryan; si sussurra che anche Paul Pogba sia in procinto di mollarlo.
Allora caro Gigio se hai intenzione di riprenderti nell’anima il Milan e i milanisti, fai il passo decisivo anche tu, tira fuori gli attributi, molla l’avido e regalaci una estate tranquilla.