di STEFANO RAVAGLIA
Domenica strana quella di ventiquattro anni fa. Il Milan aveva già festeggiato il quattordicesimo titolo, terzo consecutivo, il 22 aprile contro l’Udinese. Due a due e punto che sanciva l’aritmetica gioia. Per la verità il Milan non vince dal 20 marzo nel derby, 2-1 con il colpo di coda di Massaro all’ultimo minuto. Poi 1-1 col Parma, 0-0 a Torino con i granata, e un altro pareggio a reti bianche a Cagliari. La Reggiana, al suo primo anno di A, deve giocarsi la salvezza nella sfida a distanza contro il Piacenza impegnato nel “derby” col Parma al “Tardini”. Laggiù c’è anche l’Inter a 31 punti, che dopo aver corso grossi si rischi, ha evitato la sua prima retrocessione in B.
A San Siro è un esodo granata: sono almeno tre o quattromila i tifosi della Reggiana che raggiungono Milano in una assolata domenica. Capello manda in campo le seconde linee, anche in vista dell’appuntamento regale contro il Barcellona ad Atene 17 giorni dopo. Fuori Rossi, Savicevic, Donadoni, Boban, Baresi, Maldini e compagnia. I rossoneri non rinunciano a giocare, ma i granata spingono di più senza alcun timore reverenziale. A venti minuti dal termine è Massimiliano Esposito, scugnizzo partenopeo che dopo il calcio si diede al Beach Soccer con discreti risultati, a bucare Ielpo con l’aiuto del palo. Per la Reggiana è una giornata storica: nell’ultimo campionato con i due punti per vittoria, con questo successo salì a 31 punti appaiando proprio l’Inter sconfitta a Bergamo, e lasciando il Piacenza a 30 (0-0 col Parma) rovesciandolo in serie B senza passare dallo spareggio.
Tutto questo mentre, a qualche chilometro di distanza, si chiudeva un grande ciclo in Formula 1. Ayrton Senna, tre Mondiali e mille imprese sulle piste, perdeva la vita a Imola, dopo pochi giri del Gran Premio di San Marino tirando dritto alla curva del Tamburello. Ore di angoscia che poco prima delle 19 divennero amara realtà. Storie di sport e di vita che si incrociarono quel 1° maggio 1994, con sapori e odori completamente diversi.