Juventus – Milan, adrenalina pura! Da tempo non si respirava questo pathos.

di SANDRO CERISANO

Juve – Milan, è una Finale. Momenti palpitanti che non si vivevano da troppi anni per chi è abituato “alla bocca buona”. E’ Coppa Italia, certo, ma i cicli iniziano anche oltrepassando traguardi meno importanti. L’adrenalina addosso, la tensione che ti allontana dal lavoro, dalla famiglia, da tutto. Quanto tempo era che non si respirava questo pathos per una sola partita. E’ proprio vero, è il Sabato del Villaggio; il viaggio che in fondo ti regala più emozioni dell’arrivo, ma ahimè, in fondo a questa vigilia, alla fine di questo viaggio, c’è li ad aspettarci la partita delle partite, la rivale delle rivali, l’avversario più ostico e difficile da incontrare, la squadra più vincente di tutti i tempi in Italia, inarrivabile per Scudetti e Coppe Italia vinte: la Juventus; e pensarci, rovina un pò la vigilia, o quanto meno, la carica di tensioni e timori ulteriori, superiori a quelle che avrebbe dato qualsiasi altra squadra certamente più abbordabile, ma ci tocca! E se proprio un inizio deve esserci, se grandi si vuol tornare ad essere, se festa deve essere, è contro i più forti che bisogna misurarsi.

Cito “Ogni maledetta domenica” e immagino Rino Gattuso nei panni di Al Pacino negli spogliatoi prima della gara: “….. Tutto si decide oggi. Ora noi o risorgiamo come squadra o cederemo un centimetro alla volta, uno schema dopo l’altro, fino alla disfatta. Siamo all’inferno adesso signori miei. Credetemi. E possiamo rimanerci, farci prendere a schiaffi, oppure aprirci la strada lottando verso la luce. Possiamo scalare le pareti dell’inferno un centimetro alla volta…….Ma i centimetri che ci servono, sono dappertutto, sono intorno a noi, ce ne sono in ogni break della partita, ad ogni minuto, ad ogni secondo. In questa squadra si combatte per un centimetro, in questa squadra massacriamo di fatica noi stessi e tutti quelli intorno a noi per un centimetro, ci difendiamo con le unghie e con i denti per un centimetro, perché sappiamo che quando andremo a sommare tutti quei centimetri il totale allora farà la differenza tra la vittoria e la sconfitta, la differenza fra vivere e morire. E voglio dirvi una cosa: in ogni scontro è colui il quale è disposto a morire che guadagnerà un centimetro, e io so che se potrò avere una esistenza appagante sarà perché sono disposto ancora a battermi e a morire per quel centimetro. La nostra vita è tutta lì, in questo consiste. In quei 10 centimetri davanti alla faccia, ma io non posso obbligarvi a lottare. Dovete guardare il compagno che avete accanto, guardarlo negli occhi, io scommetto che ci vedrete un uomo determinato a guadagnare terreno con voi, che ci vedrete un uomo che si sacrificherà volentieri per questa squadra, consapevole del fatto che quando sarà il momento voi farete lo stesso per lui. Questo è essere una squadra signori miei. Perciò o noi risorgiamo adesso come collettivo, o saremo annientati individualmente. È il football ragazzi, è tutto qui”. Fino a pochi anni fa, Milan TV riproponeva spesso nei pre-partita questa scena entusiasmante. Rino Gattuso saprà interpretarla al meglio, ne sono certo. E’ la sua prima partita di fondamentale importanza, è la sua prima finale. Lo immagino carico a pallettoni. Le affermazioni di ieri in conferenza stampa stanno li a dimostrarlo: “Per noi vale la Coppa del Mondo”;  “Abbiamo una squadra giovane, c’è stato un entusiasmo incredibile in estate e si tocca con mano la voglia di vincere dell’ambiente. Basta poco, manca la scintilla per vedere un bel fuoco d’artificio”.

Sarebbe anche la prima vittoria per la nuova dirigenza cinese, un bel modo di presentarsi. Il Milan di Berlusconi impiegò due anni prima di alzare un trofeo. E dire che effettivamente, in questi ultimi 5 anni, mai si era toccato con mano la possibilità di “ripartire”; mai si erano poste le basi come in questa annata per tornare in alto, basta leggere la formazione di partenza: 4 ragazzi 4 di provenienza del vivaio, Donnarumma, Calabria, Locatelli e Cutrone; la coppia centrale difensiva che sarà protagonista per ancora molti anni anche in maglia Azzurra; un centrocampo di “quasi” totale affidamento con Bonaventura e Kessie a garantire sostanza e tecnica; davanti Suso e Calhanoglu che possono far male a chiunque. Ma, c’è un “ma” da scalare, un Everest tra noi e tutto ciò: la Juventus. 7 Scudetti consecutivi, 3 Coppe Italia consecutive e questa potrebbe essere la quarta, 2 Finali Champions negli ultimi anni; l’Everest appunto. Oltretutto, v’è da considerare che in caso di partita bloccata come l’ultima Finale di Coppa Italia giocata tra Juve e Milan, loro possono far uscire il coniglio dal cilindro della panchina come fu per Morata tre edizioni fa. Stasera se Allegri si guarda intorno in panchina vede molti jolly da calare sul tavolo. Per il Milan questo è un limite ed un gap che dovrà essere necessariamente colmato nel corso del mercato estivo se si vuole diventare veramente grandi.

Cos’altro aggiungere, nulla! per adesso godiamoci questa Vigilia; godiamoci questo Sabato del Villaggio; godiamoci questo Viaggio. Stasera, dalle 21, vedremo se i centimetri sommati avranno fatto la differenza tra vivere e morire, tra la vittoria e la sconfitta.

Forza Vecchio Cuore!

 

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