di STEFANO RAVAGLIA

 

Archiviata la finale di Coppa Italia, il Milan deve ora pensare a leccarsi le ferite. La via più breve  per l’Europa, in una stagione che in pochi pensavano potesse reclinarsi sul sesto posto come lo scorso anno con 200 milioni in più spesi, sarebbe stata quella di ieri sera. A Roma il Milan, oltre a impreziosire la bacheca, non avrebbe avuto più pensieri di campionato: con la conquista della Coppa Italia sarebbe arrivata direttamente la qualificazione ai gironi di Europa League.

E invece c’è ancora da sudare sette camicie: la partita di domenica alle 18 a Bergamo contro l’Atalanta non è certo il miglior medicinale dopo la batosta romana. Il Milan contro gli orobici ha due risultati su tre: fondamentale mantenere quel punto di vantaggio per tenere il muso davanti nell’ultima partita della stagione contro la Fiorentina. I rossoneri risentiranno delle tossine della finale, o al contrario avranno un pronto riscatto? Oltre che l’Europa c’è in gioco la credibilità di un gruppo che deve metter su personalità ed essere capace di reagire. Tutto fa parte di un processo di crescita, ma al momento occorre far punti: se il Milan arriva settimo, addio vacanze. I turni preliminari per accedere all’Europa League saranno tre, a partire dal 26 luglio, una beffa, con il rischio di arrivare nuovamente alla fine della prossima stagione con la lingua che striscia per terra.

Per i bilanci c’è ancora tempo, di certo la Coppa Italia o una eventuale qualificazione in Europa League non avrebbero salvato la stagione. In campionato, la competizione più lunga e che porta all’accesso in Champions League, le cose si sono messe male sin da subito e l’obbiettivo dichiarato del quarto posto non è stato centrato. Gattuso e soci sono quasi ansiosi di arrivare al termine di questa lunga camminata per poter cominciare in luglio dall’inizio e dare una impronta più personale a un gruppo sconquassato da una stagione dai risvolti altalenanti. La considerazione “Serve gente di esperienza abituata a queste partite sia tecnicamente che come mentalità” enunciata dall’allenatore rossonero al termine della finale contro la Juventus, è più di un indizio: pochi acquisti e di spessore. Costano, però. Ecco allora che si rendono necessari sacrifici importanti. Per quanto fatto vedere ieri sera, Donnarumma, il primo indiziato a partire, forse non lascerà troppi rimpianti.

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