Il Milan da anni non punta più sui sudamericani. I tempi di Kakà e Ronaldinho sembrano lontani, ma in estate Mirabelli e Fassone dovranno fare qualcosa in più per rilanciare i rossoneri.

di DOMENICO VARANO

Il Milan da qualche anno ha perso l’abitudine di puntare sui sudamericani, giocatori che in passato hanno dato enormi soddisfazioni alla società rossonera. Come mai? La risposta è semplice. Negli ultimi anni il mercato, prima dell’arrivo di Mirabelli, era stato gestito da un unico plenipotenziario, Adriano Galliani, un manager che negli anni ha spesso sbagliato tanti colpi di mercato, ma che spesso è stato anche l’artefice di grandi operazioni. I vari Kakà, Ronaldinho, Pato, arrivarono al Milan grazie al lavoro svolto da Leonardo de Araujo, che a quei tempi collaborava con il Milan. Incomprensioni con i vertici hanno allontanato Leonardo dal Milan, che negli anni ha spostato altri giocatori sudamericani in altri campionati europei.

L’errore di Galliani è stato quello di affidarsi a pochi procuratori, minando quella rete di osservatori che negli anni aveva dato grandi soddisfazioni. Mirabelli e Fassone devono evitare di compiere lo stesso errore. A Milanello devono arrivare dei giocatori in grado di garantire subito grandi prestazioni, ma anche giovani promesse. Consigliamo a Mirabelli e Fassone di riallacciare i contatti con il Sudamerica, di andare a vedere una serie di profili che potrebbero fare al caso del Milan. È pur vero che il Milan non può permettersi Ronaldo, ma è altrettanto vero che sondando e monitorando determinati campionati, magari si potrà sognare un nuovo Ka-Pa-Ro. Pato, Ronaldinho e Kakà, sono arrivati a Milano in momenti storici diversi. Il primo era un ragazzo, idem Kakà. L’unico giocatore già affermato era Dinho, che in pochi mesi ritrovò la voglia di giocare, ammaliando San Siro con giocate da autentico fuoriclasse. Mirabelli spenda il giusto, ma bene. Sarebbe inutile fare un mercato oneroso e poi ritrovarsi in rosa giocatori non da Milan. Si faccia una scrematura dei nomi e si agisca a colpo sicuro. Meglio un usato sicuro e un mix di giovani, che 10 acquisti di livello medio-basso o comunque non all’altezza del blasone del Milan.

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