Mirabelli: “Dimentichiamoci il Milan delle 7 Coppe dei campioni”.
Di Sandro Cerisano – Il Milan e, si badi bene, il Calcio Italiano, non è più quello degli anni ’80 e ’90 quando tutti i Campioni del Pianeta Calcio ambivano a giocare nella nostra Serie A. Sono, più o meno, le parole di Massimiliano Mirabelli nel post – partita di Bergamo che, pur tra mille difficoltà, ha garantito al Milan un posto quanto meno per i preliminari di Europa League; una vittoria contro la Fiorentina domenica, nell’ultima di Campionato, regalerebbe ai rossoneri la partecipazione alla competizione Europea partendo direttamente dai gironi e senza i tanto temuti, specie per le date in cui si svolgono, preliminari.
Si evince comunque, dalle parole del DS rossonero, che il Calcio Italiano in generale, ed il Milan in particolare, è attualmente relegato, causa intervento Sceicchi e Petrodollari, al ruolo che fu dell’immortale Ugo Tognazzi, tra l’altro Vecchio Cuore Rossonero, nella famosa serie cinematografica degli “Amici miei”. Il Conte Mascetti era abituato al lusso fin da piccolo, di famiglia nobile, successivamente caduto in disgrazia pur senza aver mai perso la sua consueta signorilità.
Le affermazioni di Mirabelli sono di quelle destinate a fare “rumore” ed a dividere nostalgici e realisti; evoluti e non evoluti; leoni da tastiera e predicatori da piccolo schermo; cose cui in fondo, da milanisti, siamo abituati da un decennio a questa parte, praticamente dalla cessione di Kakà prima al City e poi al Real Madrid; del resto, ci si divideva su Berlusconi e Galliani figurarsi su Mirabelli e Fassone ed alle loro origini interiste.
Ma tanto, da qualunque parte la si voglia leggere o vedere, non siamo molto distanti dalla realtà. Anni fa giocavano in Italia Platini, Zico e Maradona dopodichè arrivarono Gullit e Van Basten, dopo ancora Ronaldo e Schevchenko; adesso Ronaldo, Messi e Neymar sono irraggiungibili. Però la Juventus è comunque ai vertici del calcio Europeo e la Roma, quest’anno, si è regalata una semifinale Champions.
Che dire, serve programmare, inventarsi nuove strade, magari senza ulteriormente temporeggiare, costruirsi nuovi Stadi di proprietà, “puntare su potenziali Campioni”, come Calhanoglu ad esempio, Romagnoli, Suso, quelli fatti in casa come Donnarumma e poi puntare qualche big del nostro campionato per tornare quanto meno a competere in Italia. In ogni caso bisogna fare di tutto per tornare nella “Nobiltà” europea. Nessuno vuole fare la fine del Conte Mascetti.