MilanCafe24 ha raggiunto telefonicamente Massimo Caputi, responsabile della redazione sportiva del Messaggero, che ci ha detto la sua sui vari temi dell’attualità rossonera con la consueta disponibilità e competenza.

di STEFANO RAVAGLIA

 

Massimo, scontata la prima domanda: he idea ti sei fatto della questione Milan-Uefa? Non è semplice avere una versione limpida…

“E’ difficile infatti avere le idee chiare su quello che è la situazione. La Uefa ha mantenuto una posizione molto rigida, perché il problema è che tutto ciò che riguarda il Milan per la stagione che si è appena conclusa poteva essere riconducibile alla situazione attuale, ma se il Milan deve partecipare alla prossima Europa League, nella prossima stagione avrebbe meno garanzie, nel senso che la scadenza di lunedì potrebbe portare i rossoneri ad avere un altro proprietario. La Uefa ha agito sulla base delle poche certezze che il Milan può dare per la stagione prossima. Non è un problema solo del massimo organo europeo ma anche e soprattutto per le strategie future del Milan stesso”

 

In Italia, come accaduto col Parma qualche anno fa, si tende a minimizzare o a difendere la posizione dei club. E’ giusto che invece la Uefa indaghi più a fondo?

“E’ un bene che ci siano dei paletti, a patto che ci siano per tutti. La Uefa sta controllando importanti club come il Psg e il Manchester City, perché non si possono avere due pesi e due misure. Perché anche l’eccessiva capacità di spesa può divenire discriminante in senso opposto”

 

I tifosi sono quasi sul piede di guerra, chiedono rispetto per il Milan e si domandano perché altri grandi club europei come il Real, il Psg e il City non vengano sanzionati. Non pensi che però si debba essere anche un po’ obbiettivi? 

“La differenza è che il Real Madrid ha i soci, ha cospicui incassi, mentre per quanto riguarda Psg e Manchester City ci sono operazioni non chiare, attraverso sponsorizzazioni che poi altro non sono che gli stessi proprietari. Ci sono altri tipi di situazioni che sono opposte a quelle del Milan. Il problema dei rossoneri è che non si sa bene di preciso chi siano i proprietari, e se invece si conoscono, non è certo che diano sostenibilità al club. Il rispetto per il Milan deve esserci per ciò che ha rappresentato e capisco anche i tifosi, ma occorre stare attenti, perché passare da questa ambiguità a un possibile fallimento o peggio ancora a trovarsi nelle serie minori, manca poco”

 

Tralasciando per un attimo il discorso Uefa, dove il Milan dovrebbe rinforzarsi?

“Certamente in attacco. Ma serve una punta certa, su cui puntare stabilmente. Cutrone ha fatto un’ottima stagione, ma non ha avuto comunque la titolarità piena. Il valore del nuovo attaccante deve essere consolidato, ma serve anche un buon centrocampista che possa dare qualità e forza fisica”

 

Tra quindici giorni prendono il via i Mondiali di Russia. Quali sono le favorite?

“Le squadre più forti sono quelle che conosciamo tutti: Brasile, Germania, Spagna. Personalmente vorrei credere nel Brasile, ha delle ottime qualità, tanti giocatori giovani e interessanti e dopo la delusione del 2014 ha l’occasione di un riscatto. L’allenatore (Tite, ndr) non ha un nome così altisonante, ma non significa nulla: deve essere bravo, scegliere bene e avere un buon feeling coi calciatori. Soprattutto le scelte devono essere oculate, proprio per il fatto che sono Nazionali piene di qualità”

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