Linea verde ed esperienza: il fortino giusto per vincere?
di STEFANO RAVAGLIA
Lungi dallo scomodare vecchi e romantici paragoni con i quattro evangelisti e una filastrocca stampata nella testa di milioni di milanisti (Tassotti-Costacurta-Baresi-Maldini detta tutto d’un fiato) il rinnovo di Romagnoli è però l’ennesima dimostrazione di una strada tracciata. Mi sono apparse del tutto immotivate e irragionevoli le critiche nelle sue prime uscite rossonere (per cosa, poi? Quale difensore non ha mai sbagliato un intervento in vita sua?) anche perché oggi, all’indomani del rinnovo, Fassone lo etichetta come un “pilastro”. E lo è davvero: il turbinio di cambiamenti degli ultimi anni, dei quali si è perso il conto, doveva arrestarsi prima o poi. Con a mezzo ancora le grane societarie, almeno sul campo c’è un’idea di difesa promettente: linea verde con Calabria, Conti, che sarà il primo vero nuovo acquisto per il prossimo anno, ed esperienza con Bonucci.
E Alessio, da che parte sta? Osiamo dire da entrambe. La giovane età fa pensare a un grande futuro rossonero, ma dopo aver visto i destini di Thiago Silva, il tifoso magari va più cauto. In quanto ad esperienza, ne ha come se fosse un veterano. Ha guidato il Milan insieme a Bonucci reggendo l’urto di una stagione nata male, seppur la sua marcatura a Napoli, ed ha proseguito in crescendo trovando continuità di prestazioni, che in questo contesto è la cosa più importante. Il Milan ritrova una coppia di difesa affidabile, che può comunque ancora crescere, dopo una miriade di ciambelle bucate. Da che mondo è mondo il campionato italiano si vince non prendendole, al contrario di ciò che accade fuori di qui, dove si privilegia lo spettacolo. E allora, facciamo anche che non si avverino le sirene su Rodriguez. Senza infamia e senza lode lo svizzero, ma a sinistra chi mettere al suo posto in caso di partenza? No, teniamo la linea così.
Conti/Calabria, Bonucci, il rinnovato Romagnoli e lo svizzero. Fateli amalgamare, la base c’è già, occorre evitare quelle sbavature di cui gli avversari sono stati ghiotti nella stagione appena conclusa, in qualche caso. E ne vedremo delle belle. Forse non come con gli evangelisti Tassotti-Costacurta-Baresi-Maldini (senza scordare la riserva di lusso Filippo Galli), ma la parola del Diavolo, ci sia concessa la blasfemia, potrebbe ugualmente essere largamente diffusa.