di STEFANO RAVAGLIA
Nella nostra rubrica dedicata ai Milan Club, l’Abruzzo pare essere la regione, non ce ne vogliano le altre, con il serbatoio rossonero più grande. Dopo Chieti, Palmoli, Vasto e Celano, ecco Ortona. Abbiamo parlato con Marco Giangrande, uno dei fondatori. Che inizia subito svelandoci una chicca: il club prese vita sull’onda del successo di Manchester nel 2003 con la Juventus in Champions League
Raccontateci un po’ della vostra nascita. In che anno e come ha avuto origine il vostro club?
“All’indomani della storica vittoria della Champions a Manchester, un gruppo di persone colse l’occasione, cavalcando l’entusiasmo che si era creato, per aggregare tutti i tifosi rossoneri che in quel periodo si ritrovavano in case private o nei bar del circondario per seguire il Milan. Nacque così il Milan Club Ortona, o meglio, venne rifondato, in quanto in città ce ne fu uno attivo fino agli inizi degli anni Novanta. Scegliemmo come primo punto di ritrovo un pub del centro che ci diede la disponibilità per vedere partite e tenere le riunioni. L’inatteso gran numero di tesserati, aiutato sicuramente dai risultati di una squadra che dava spettacolo in Italia e in Europa, ci consentì di accumulare un cospicuo fondo cassa con il quale affrontammo le spese per trasferirci in una sede sociale, autonoma e tutta nostra, nella quale siamo attivi tuttora.”
Qual è la vostra organizzazione (tesseramenti, ritrovo, cene, pullman, iniziative…)?
“Essendo un club affiliato all’AIMC, ne seguiamo lo Statuto nazionale, ma per quanto riguarda tutte le attività ci siamo organizzati come un vero proprio circolo privato, con un nostro regolamento interno. La prima fonte di sostentamento arriva dai tesseramenti, poi dalle trasferte e infine dalle lotterie. Le feste, le tombolate e i tornei ludici vengono organizzati per mantenere viva la sede anche in momenti nei quali non ci sono appuntamenti calcistici e hanno sempre dato un discreto riscontro di partecipazione. Ci siamo adoperati in attività di beneficenza, a favore di associazioni locali e dopo il terremoto de L’Aquila. Siamo soddisfatti del lavoro fatto in questi anni poiché la sede, oltre ad essere diventata un “museo” pieno di cimeli, foto e materiale, è luogo abituale di ritrovo anche quando non gioca il Milan.”
C’è un ricordo più bello degli altri come club legato alle vicende del Milan (una trasferta, un momento…)?
“Sarebbero numerosi gli episodi per i quali spendere qualche riga di ricordo: non solo vittorie (o sconfitte) della nostra squadra, ma anche tantissimi momenti di vita di club. Possiamo dire che la venuta di Boban per l’inaugurazione è stato un evento molto partecipato e condiviso da tanti sportivi e curiosi concittadini non solo milanisti: Zorro si mostrato disponibile con tutti e le sue risposte alle nostre domande hanno ribadito il suo essere persona garbata e colta. Mi piace ricordare anche la vittoria della Coppa Intercontinentale nel 2007 contro il Boca Juniors: nella notte ci fu una copiosa nevicata e la mattina il club era pieno all’inverosimile da persone che si erano fatte anche diversi chilometri a piedi pur di assistere alla partita insieme.”
Cosa pensate della attuale gestione societaria del Milan e del momento in generale?
“Posso risponderti solo per quanta riguarda la mia opinione in quanto tra i tesserati del club esistono vari pensieri e posizioni al riguardo. Personalmente mi rifaccio totalmente al pensiero di Arrigo Sacchi, il quale in merito al Milan più forte della storia ha affermato in diverse occasioni che la vera differenza era fatta non dai giocatori o dal suo gioco ma dalla Società e dalla sua organizzazione. Nel Milan di oggi la figura del Presidente è molto nebulosa e i dirigenti non spiccano né per esperienza né per intuizioni: per i soldi spesi il fallimento della stagione appena trascorsa è sotto gli occhi di tutti.”
E per quanto riguarda il vostro club, cosa vi piacerebbe realizzare o cosa vi augurate nel vostro futuro?
“A settembre festeggeremo il 15° anno di attività: verrà celebrato con la visita di un campione rossonero degli anni Novanta (per scaramanzia non faccio il nome ma gli abbiamo strappato più che una promessa). Per il resto continueremo sulla via che ci ha permesso rimanere aperti tutti questi anni: gestione oculata della cassa, trasparenza e condivisione delle scelte… sperando che il Milan torni ad abituarci a vittorie e trofei!”