Meteore o campioni veri? Attenzione al supermercato Mondiale e alle Nazionali ingannatrici

di STEFANO RAVAGLIA

 

Keilor Navas è certamente un buon portiere. Il Real lo acquistò dopo il Mondiale brasiliano di quattro anni fa. John Elkann, pochi giorni fa, parlando del mercato della Juventus, ha però aggiunto: “Ci sono i Mondiali, gli affari andranno a rilento e prenderanno forma dopo la rassegna iridata”. Già, il mercato ai tempi del Mondiale non può essere come gli altri anni. E’ notizia di oggi che Massimiliano Mirabelli è in partenza per la Russia per assistere alla gara d’esordio di giovedì 14 Russia-Arabia Saudita, per iniziare anche a tessere tele di mercato. Sospeso, nel caso del Milan, dalla scure della Uefa sul fair play finanziario.

Ma non sono tutti Keilor Navas. Lo stesso André Silva, messosi in luce in Nazionale, ha in parte disatteso le premesse. Torna in mente l’esperienza della Grecia nel 2004, campionati europei, vinti in modo trionfalistico in casa del Portogallo. Zagorakis, centrocampista di quella formazione ellenica, nel 2004-05 è al Bologna: 32 partite e nessun gol, e tanti saluti. O cosa dire anche di David Luiz, venduto da Mourinho al Psg ben prima del Mondiale 2014? Che il ricciolone brasiliano giocò in modo disastroso. I 50 milioni guadagnati dal Chelsea, sarebbero potuti essere molti meno in caso il nostro avesse aspettato l’esito di quel Mondiale.

Insomma, dimostrare di essere “top” solo per un’estate, non può certo essere sufficiente a rinfrancare un club, così come le stesse rassegne per nazioni possono fare da spartiacque tra il valore di un singolo giocatore. Certo, è vero anche il contrario: la vetrina internazionale ha molto più spesso premiato che demolito. Ci auguriamo che l’analisi dei giocatori che spiccheranno a Russia 2018 sia approfondita: il Milan, nel prossimo mercato, ha bisogno di tutto tranne che di nuovi flop. Sperando che la Uefa non escluda i rossoneri dall’Europa, costringendo così Mirabelli a presentarsi al cospetto dei suoi obbiettivi con una pesante carta in meno da giocare.

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