Sampdoria battuta 3-1: dopo la Coppa dei Campioni di Barcellona, un altro trofeo
di STEFANO RAVAGLIA
Si giocò il 14 giugno. Del 1989, ma fu valida per il 1988. In Italia era sbarcata la Supercoppa Italiana: chi vinceva la Coppa Italia affrontava la vincente dello scudetto, in casa di quest’ultima. Il 24 maggio di quell’anno, il Milan aveva già festeggiato in grande stile: a Barcellona aveva conquistato, davanti a novantamila innamorati, la Coppa dei Campioni contro lo Steaua Bucarest. Poi era seguita la festa di Como tre giorni dopo (città che ritorna spesso nella storia dei rossoneri) e l’incubo della domenica successiva a San Siro quando, pronti a veder mostrato il trofeo, tutto fu sciupato dall’omicidio del tifoso romanista De Falchi.
Dunque la festa vera era stata proprio a Barcellona, perché anche venti giorni dopo, quando mancavano anche due partite al termine del campionato (18 giugno con l’Ascoli e 25 a Bologna) iniziato tardi per via delle Olimpiadi di Seul 1988, San Siro contava solo dicannovemila presenti e si approcciava con una certa freddezza a quel nuovo trofeo. Che il Milan fece comunque suo: i blucerchiati, vincitori della coppa nazionale, avevano segnato per primi con Vialli al quale seguì l’immediato pareggio di Rijkaard. Il Milan trovò poi il 2-1 col gregario Mannari e il terzo gol con un rigore di Van Basten. Nel giro di un anno scudetto, Coppa dei Campioni e Supercoppa Italiana.
Il trofeo diverrà una piacevole abitudine, replicata nel 1992, 1993, ’94, 2004, 2011 sino all’ultimo successo del 2016 contro la Juventus. Sfortunatissimi i blucerchiati: perderanno anche contro l’Inter a novembre dello stesso anno la Supercoppa valida effettivamente per l’anno ’89, e ancora coi rossoneri nel 1994. Tre partite a San Siro e tre sconfitte. L’aria milanese non portava certo bene ai genovesi, che dovranno attendere il 1991 per imporsi contro la Roma per 1-0.