Il web passa e inghiotte: Li non gode più della totale fiducia del popolo milanista
di STEFANO RAVAGLIA
Ancora non si è pronunciata l’Uefa, ancora non c’è l’ufficialità di qualche avvicendamento (probabilissimo comunque) in società, ma Yongong Li, l’uomo che aveva detto “Vi porteremo in cima al mondo” e su cui i tifosi rossoneri versavano ogni speranza di redenzione da questi anni bui, è già quasi totalmente stato scaricato. Quello che è accaduto ieri è già vecchio, ecco la dura regola di questi giorni iper tecnologici. Per la verità, non che la fiducia fosse riposta in botti per il misterioso uomo cinese del quale non sono state svelate ancora le reali capacità finanziare e soprattutto la consistenza di quelle miniere di fosfati mai del tutto messe sul tavolo.
Ora, il popolo milanista a cui spesso ci siamo rivolti nelle nostre pagine per la sua esasperazione, ha preso il mancato versamento dei 32 milioni di euro di Li quasi come un ultimo affronto e via social ha scaricato il presidente rossonero. Chi non si stupisce per nulla, sapendo già da tempo che “i cinesi non esistono”, chi invece ha dovuto rivedere le sue teorie e la sua fiducia riposta in questo primo avvicendamento post-berlusconiano. Cosa ha partorito il web: fazioni, schieramenti e colpi all’ultima parola. Ciò porta a ulteriori divisioni e partite nella partita, quella più importante, il bene del Milan. L’atteggiamento è contraddittorio: prima si inondano di dubbi la proprietà di Li, poi ci si stupisce se non versa l’ultima caparra. Pare sempre più probabile che la verità stia nel mezzo: i cinesi sono esistiti, sì, ma solo per fare da tramite a qualcuno di più grande. E, si augura il popolo rossonero, di più solido e limpido patrimonio.