Dopo la squalifica dall’Europa, filtrano le ragioni che hanno portato alla scelta del massimo organo europeo
di STEFANO RAVAGLIA
E’ la tarda serata di giovedì quando filtrano da Nyon le motivazioni che hanno portato alla squalifica di un anno del Milan dalle coppe europee. Si parla di “proprietà non credibile” nel dossier di 30 pagine che il massimo organo europeo ha redatto per motivare la sua decisione. Tutto andrà ovviamente approfondito, ma a questo punto non è solo il mancato pareggio di bilancio, che gravava più sulla gestione Berlusconi, ad aver destato allarmi in casa Uefa. I ricavi dalla Cina non paiono credibili, e con tutto il supporto che si è potuto dare a questa cordata cinese entrata nel Milan quattordici mesi fa, viene da chiedersi come fosse possibile sperare di ottenere denaro da investire sul mercato solo puntando sul mercato cinese che, seppur vasto, non rappresenta una immediata e sicura fonte di introito. Si è sempre parlato di “Milan China”, il distaccamento internazionale del Milan di Li, pronto a un’opera di fidelizzazione nel paese asiatico. Tale prospettiva non deve aver convinto appieno gli organi europei, e in fondo, qualora fosse confermata la diffidenza appena descritta, verrebbero anche confermati tutti i dubbi che hanno attanagliato questa tortuosa vicenda espressi anche da molti quotidiani nazionali. Non ultimo il Corriere della Sera, che con Milena Gabbanelli si è prodigato quest’inverno nello smontare qualsiasi certezza a proposito dell’imprenditore cinese.
Certo, i fatti non hanno potuto completamente smentire i dubbi, le incertezze e i contorni scuri intorno alla figura di questo possidente di miniere di fosfati mai chiarite e i cui uffici della società a lui riconducibile sono in stato di abbandono, come evidenziato da “Report”, approfondimento della Rai di poche settimane fa. Spesso dietro al giornalismo e alla comunicazione si nascondono precisi progetti di demolizione, ma non ci sembra questo il caso. Le incertezze della Uefa, in fondo, sono quelle dei tifosi: unite a una serie di bilanci d’esercizio chiusi in maniera rovinosa da molti anni, fanno un mix micidiale, con la figura di Silvio Berlusconi che incombe costantemente dietro le quinte della vicenda. Non è questa la strada per riportare in alto il Milan, soprattutto con una distanza comunicativa verso i tifosi di proporzioni mastodontiche, con Mirabelli e Fassone costretti a parlare a telecamere accese e con le facce tirate quando un tempo erano semplici operai dietro le quinte. Le 30 pagine della Uefa andranno visionate e approfondite e nei prossimi giorni se ne saprà certamente di più.