I rossoneri Pirlo e Gilardino diedero le chiavi per scardinare la porta tedesca

DI MATTEO ANOBILE

4 luglio 2006, semifinale del mondiale tedesco, a Dortumund i padroni di casa affrontano  l’Italia di Lippi. Gli azzurri sono un autentico spauracchio per i tedeschi: basti pensare a Messico 70, storica semifinale, dove l’Italia vinse 4-3 in una partita divenuta epica. Spagna 82, il Mundial spagnolo. In finale a Madrid, gli azzurri sconfissero 3-1 la formazione teutonica, grazie alle reti di: Rossi,Tardelli (con urlo storico) e Altobelli.

Nel 2006, i prodromi per ribaltare la situazione, c’erano tutti da parte dei ragazzi di Klismann, in primis il fatto di giocare in casa. La nazionale azzurra di quell’epoca, aveva ben cinque elementi rossoneri: Nesta(ma il suo mondiale si fermò alla terza partita), Pirlo,Gattuso,Gilardino e Pippo Inzaghi.  Gli ultimi due, in quella notte partirono dalla panchina, in mezzo al campo Pirlo e Gattuso, ruminavano calcio (termine coniato da Gianni Brera). La sfida viveva, fra continui ribaltamenti di fronte, avrebbero potuto fare male ad entrambe le squadre, ma fu un nulla di fatto.

Gilardino pareva molto volitivo, entrato al posto di Toni,  colpì un palo nei supplementari. Minuto 117′ i rigori parevano l’epilogo scontato, per l’approdo a Berlino. Pirlo, autore di una prova maiscola, accese la luce, e con una sassata costrinse il portiere tedesco a rifugliarsi in corner. Sugli sviluppi dell’angolo, il mestro di Flero, prese palla, aprí il compasso, con l’emisfero dell’occhio destro vide Grosso, il quale con un diagonale mise la palla nell’angolino. 1-0 e finale in fresco. Passò qualche minuto e lo scatenato Gila, ricevette palla da “Cannaaavaroo”(storico neologismo caressiano), si involò indisturbato verso l’area avversaria e mise un cioccolatino per Del Piero,un assist da spingere in rete.

Due a zero, valigie chiuse e volo per Berlino prenotato, una notte indimenticabile, con i giocatori rossoneri a dispensare assist. In un’epoca in cui il tifoso milanista sta soffrendo, è bello ricordare le imprese dei giocatori di un tempo, nemmeno poi tanto lontano.

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