Francesca Vitale, difensore e capitano del Milan Ladies nell’ultima stagione, lascerà le rossonere a breve. Abbiamo fatto due chiacchiere con lei sulla sue esperienza rossonera e sulla situazione attuale del football in rosa

di STEFANO RAVAGLIA

 

Francesca, in questi giorni chiuderai la tua esperienza con il Milan Ladies dopo tre anni. Dove sei diretta?

“Ho quasi  concluso un accordo, ma siamo ancora in stand-by. Ma mi fa piacere parlare di questi anni trascorsi al Milan, molto positivi”.

 

Facci allora un bilancio della stagione appena conclusa e della tua esperienza.

“Quando siamo partite, il 17 agosto, ci eravamo prefisse l’obbiettivo dei primi tre posti perché erano importanti per rimanere in quello che l’anno prossimo sarà il campionato di serie B Nazionale. Venivamo da una stagione molto difficile, quella scorsa, in cui non avevamo fatto un bel campionato arrivando quart’ultimi, il che per la squadra che avevamo non ci aspettavamo di arrivare così in basso. Così siamo partiti con molta umiltà e uno staff che quest’anno è stato davvero di buon livello, restandoci vicino ogni anno e supportandoci in ogni cosa. Abbiamo cambiato modo di giocare e sono arrivate molte ragazze nuove, e nonostante non fosse facile ce l’abbiamo fatta e abbiamo centrato i nostri obbiettivi”

 

Purtroppo siete arrivate dietro all’Inter, come la squadra maschile. Si vede che non è proprio periodo…

“Abbiamo pareggiato entrambe le volte, ma meritavamo molto di più sopratutto nel girone di andata per come ci siamo comportati. Sono piccole grandi soddisfazioni, soprattutto perché avevamo una squadra molto giovane”

 

Quanto è stato importante lo spogliatoio? Si dice sempre dei maschi, ma anche per le femmine l’armonia di squadra è importante.

“Il gruppo è fondamentale, anche nel nostro caso. Con alcune ragazze c’è un rapporto di amicizia, con altre da semplici compagne. Ma eravamo unite e affiatate, nonostante le differenze d’età che non si sono minimamente avvertite.”

 

Sono curiosissimo di chiederti della tua esperienza in America, nel 2015, con l’FC Tacoma. 

“Il calcio femminile in America è veramente seguitissimo. E’ un altro mondo rispetto a noi. Quando arrivavo agli allenamenti, c’erano dieci campi da calcio e dei centri sportivi all’avanguardia con tantissime bambine che giocavano e pochissimi maschi. Io giocavo a Seattle, proprio nel periodo in cui ero là hanno vinto anche il Mondiale. Furono momenti di grande partecipazione: la gente si radunava e festeggiava nei bar, cose mai viste da noi, era come se vincesse la Nazionale maschile da noi”

 

E ora la domanda più scontata: qual è la situazione del calcio per le donne nel nostro paese, attualmente?

“Il calcio femminile negli ultimi anni è molto cresciuto, ma deve essere ancora fatta la parte più consistente. Negli ultimi due anni è cambiato molto, l’esempio lampante è della Juventus: una squadra maschile di un certo livello che ha dato le stesse possibilità di struttura, staff e assistenza anche alla parte femminile. Anche altre squadre stanno facendo lo stesso, Milan compreso. E in questo modo il campionato si alzerà di livello e sarà un bene”

 

E il calcio maschile lo segui? Fino a che punto?

“Sì, sono appassionata ma non sono una fanatica. Seguo e mi interessa, sia il campionato che la Nazionale tenendomi molto informata”

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