Partito da terzo portiere vince uno scudetto memorabile nel 1999
di MATTEO ANOBILE
La sua carriera in rossonero comincia nell’estate del 1998, come terzo portiere, dietro a Lehmann e Seba Rossi. Quella di Cristian Abbiati sembra una favola . Prima di arrivare al Milan, faceva il panettiere e si allenava al pomeriggio. Ma una domenica di gennaio, del 1999 per lui si spalanca la porta in tutti i sensi.
Domenica 17 gennaio, in programma c’è Milan-Perugia, i rossoneri vincono 2-0 sino all’88’, quando Nakata segna su rigore. Rossi che aveva sclazato Lemhan, ceduto al Borussia Dortmund, dopo aver subito la rete dal giapponese, stende nel vero senso della parola Bucchi, il quale aveva la sola “colpa” di voler velocizzare la ripresa del gioco. Inevitabile l’espulsione e cinque giornate di squalifica. Arriva così il turno del giovane Abbiati.
L’estremo difensore di Abbiategrasso non uscirà più facendo della porta rossonera la sua dimora fino a fine stagione. Si dimostra efficace, da sicurezza al reparto e un volo all’incrocio su Bucchi (proprio lui) vale l’ipoteca del 16° scudetto. Il suo nome viene scritto a caratteri cubitali in quel trionfo al Curi di Perugia, il 23 maggio’99. Il secondo fotogramma è la parata su Kallon, nel derby di ritorno di Champions League nel 2003, quando con il polpaccio evita beffa al 92′ regalando al Milan la finale di Manchester. Nel 2005 lascia il diavolo e va alla Juve, creando non poche polemiche quando si mette a saltare al coro “chi non salta è rossonero”. Ritorna a Milanello nel 2008, vince un altro scudetto da protagonista con Allegri e nel 2016 lascia il calcio e i colori rossoneri dopo 380 presenze, intraprendendo la carriera di team-manager.