La prima uscita del nuovo Milan targato Terim: 2-1 al Varese con la firma di Superpippo

di STEFANO RAVAGLIA

 

Iniziò in pompa magna quel Milan. Fuori dalla stazione centrale, in piazza Duca D’Aosta, la nuova squadra fece il suo esordio davanti al pubblico, stipato sotto un sole cocente. Sfilarono tutti: Inzaghi, Rui Costa e poi lui, Fatih Terim. Che aveva ben figurato con la Fiorentina, portandola a eccelsi livelli di calcio. Il Milan 2001-02 partiva sotto tanti auspici: in sordina passò anche l’arrivo di Pirlo, ancora non una stella di livello mondiale come accadde quasi subito, da lì a due anni, nel momento in cui fu piazzato in mezzo al campo ad orchestrare. La prima uscita di quel Milan, che contava su un attacco bomba (oltre a Pippo e Rui Costa c’era ovviamente anche Shevchenko, che nelle sue due prime stagioni rossonere aveva segnato a raffica) vicino a casa: a Varese, il 22 luglio 2001. Praticamente, a pochi minuti di macchina da Milanello.

Il Milan passò 2-1: ad aprire le danze fu un tandem che negli anni a venire farà le fortune dei rossoneri in Italia e in Europa. Serginho vola sulla sinistra e mette in mezzo per Inzaghi, che si esibisce in un tuffo di testa quasi “vanbasteniano” battendo l’estremo difensore varesotto. Dopo il momentaneo pareggio dei biancorossi, il Milan esce vittorioso dall'”Ossola” grazie a una rete del redivivo Alyou, ricordato più per il fallo che si conquistò a Bologna nel 1999, quando N’Gotty, sulla successiva punizione, bucò Antonioli al novantesimo ampiamente scaduto. Cosa non si fa per affrancare anche la più lontana delle meteore.

Partì bene anche in campionato quel Milan, ma poi si inceppò. Proprio Inzaghi, a novembre, calciò alle stelle un rigore al “Delle Alpi” contro il Torino e fu sconfitta. Il giorno dopo, a Terim fu dato il benservito. Sarà stato anche un buon allenatore, ma non erano stati fatti i conti sulla empatia e la comunicabilità pressoché scarse dell'”Imperatore”. Che tornò a far fortuna a Istanbul, mentre il Milan si affidò, sul filo di lana (era sulla strada per Parma) a un certo Carlo Ancelotti. Il resto, è storia nota…

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