L’ex capitano del Milan ancora fuori dalla società in pectore
di STEFANO RAVAGLIA
Il 21 luglio 1999 il Milan sbarcava a San Siro. Nel trentennale della prima passeggiata sulla Luna, avvenuta nel 1969, Alberto Zaccheroni entrava a San Siro su un Lunar Rover utilizzato dalle missioni Apollo dell’epoca. Si festeggiava il centenario del Milan, che era in piena salute: scudetto sulla maglia, proprietà salda e futuro radioso. Oddio, si erano concluse da poco tempi cupi, ma i rossoneri, guidati dal romagnolo, erano tornati a vincere. Diciannove anni dopo, il 21 luglio è una data ancora da segnare sul calendario: la metamorfosi, l’ennesima, di questo bistrattato Milan avverrà tra le pareti di Casa Milan. Al portello verranno sostituiti i cinesi, fatto che sancirà il tramonto della brevissima era Li, e tanti nomi sono stati fatti per la sostituzione. Il can-can dei candidati è un classico mediatico prima che vi siano ufficialità, ma occorre andare cauti. Leonardo, Albertini, Maldini, Scaroni. Il povero tifoso rossonero ancora martoriato dalla confusione, vuole certezze.
Occorre spenderla una parola per l’ex capitano rossonero: in molti, sui social, nuova piazza della protesta e spesso della volgare violenza verbale gratuita, lo hanno deriso per un ipotetico rifiuto additandolo come un presuntuoso, magari dopo averlo osannato per anni. Paolo Maldini, figlio di Cesare e più importante rappresentante della dinastia che ha legato la sua vita al Milan, ha sempre amato una cosa, più della gloria e dei trofei: la sua indipendenza di pensiero. Aveva già rifiutato la proposta di Fassone lo scorso anno, difficile vederlo in un nuovo progetto che ricalca più o meno gli stessi dubbi. Il Milan è sì ripulito dai debiti e con una proprietà all’apparenza più solida, ma siamo convinti che Elliott non si terrà in mano il Milan per molto tempo: non vi sono all’orizzonte piani pluriennali tali da far presagire una continuità del fondo americano, per il quale la priorità crediamo resti vendere.
Inoltre c’è l’incognita Scaroni: può un uomo di Berlusconi essere ancora parte del progetto? Non vogliamo eccessivamente criticare ipotesi e scelte, ma è risaputo che Maldini voglia un ruolo chiaro e definito. Non così alto, ma nemmeno da ambasciatore. Ruoli che si vogliono cucire su personaggi scomodi, colmi di personalità e carisma, da mettere in un angolo perché non disturbino. Schegge impazzite per chi vuole continuare a fare un altro tipo di percorso, più ordinario, silenzioso e subdolo. Non è roba da Maldini. Che ha messo la propria indipendenza dinnanzi alle Coppe e gli scudetti.