L’ex centrocampista del Milan spegne 76 candeline
di STEFANO RAVAGLIA
Lo avevamo incontrato a marzo, ed è stata una delle prime esclusive di MilanCafe24 (il link: http://www.milancafe24.com/10804/esclusive/10804.html). Garbato, sorridente, sempre con la battuta pronta, ci ha raccontato molto del Milan che fu, del suo Milan e del suo sincero tifo per due colori tatuati sulla pelle. Oggi Giovanni Lodetti da Caselle Lurate fa 76 anni e pare ancora un ragazzino. Dagli esordi con un prete dell’oratorio, al maestro Liedholm che gli insegna a calciare anche di sinistro, alla borraccia portata a Sua Maestà Rivera. Ma soprattutto, a Nereo Rocco, alle uscite di soppiatto a Milanello con la combriccola di compagni di squadra che andava al piano di sotto a prendere una bottiglia di champagne, e il Paron che lo beccava in flagrante. E gli diceva, da buon bevitore: “La prossima volta ditelo anche a me”.
Frammenti di un calcio morto e sepolto, dove la maglia contava insieme ai soldi, certo, ma ancor di più valeva l’amore per la gente e per ciò che si faceva. Lodetti si è progressivamente allontanato dal mondo Milan, di recente, ma non certo per colpa sua. I suoi pomeriggi li passa al centro sportivo della Iris Milano, la squadra in cui aveva giocato anche Meazza. Guarda i ragazzi, scambia due battute al bar, e va fiero della sua indipendenza di pensiero. Perché la celebrità, a quei tempi, non era necessariamente la prima cosa e una volta appese le scarpe al chiodo gli sono bastati l’affetto dei tifosi che ancora lo ricordano e delle nuove generazioni che hanno imparato a capire che tra i simboli del Milan di sempre non può mancare “Basletta”. E a proposito di giovani: al parco di Trenno talvolta si era messo a tirare due calci con dei ragazzi che lo chiamavano “ceramica” per via di una scritta sulla sua tuta, una volta finita l’attività. Quando avevano iniziato a notare che era una spanna sopra tutti, capirono ben presto di chi si trattava. E allora buon compleanno Giovannino, e vedrai, Milàn sarà di nuovo un gran Milàn!