Dopo trentacinque anni e tanti aneddoti si dedicherà solo a fare il tifoso…

di MATTEO ANOBILE

Milan-Fiorentina 5-1 del 20-5-18, oltre ad essere stata l’ultima partita della stagione, ha visto la fine di un’epopea. Carlo Pellegatti ha fatto la sua ultima telecronaca del “suo” Milan. Trentacinque anni, quante partite raccontate da prima in radio per poi passare in tv, dove ha fatto la telecronanca del tifoso.

Ha narrato e romanzato tutte le vittorie dell’epopea berlusconiana, uno dei suoi piu’ bei ricordi è datato 23-5-86, quando il diavolo si gioco l’accesso in Uefa contro la Sampdoria al Comunale di Torino. In un’intervista raccontò che non potè seguire quella sfida poichè aveva programmato un viaggio in Olanda e si informò, fermandosi agli Autogrill telefonando a casa. Memorabile la radiocronaca del sorpasso a Napoli il 1° maggio 1988, quando Virdis e Van Basten regalarono l’undicesimo scudetto. Come dimenticare le trombette giapponesi in sottofondo e il suo grido: “Ed è gol di Chiccho Evani ed è gol di Chicco Evani!!” che su punizione trafisse Higuita regalando la prima coppa Intercontinentale al diavolo. Fu protagonista anche nella narrazione del Milan di Capello, quattro scudetti in cinque anni. Con l’avvento di Milan Channel nel 99 bucò lo schermo con le sue lezioni di “milanlogia” raccontando lo scudetto di Zac grazie ai voli pindarici di Gravitazione Zero: Oliver Bierhoff.

Il 2003 nella vittoria della 6° Champions League a Manchester contro la Juve è restato nella storia dei tifosi rossoneri il grido: “alzalaaa, Paolo alzalaa Paoloo alzalaaaa!!!” diventato qualcosa di antologico. Anche se Pellegatti ha sempre avuto un debole per Pippo Inzaghi, lo ha ammesso durante la presentazione del suo libro: “Favole portafortuna per i tifosi milanisti!”.

La sua ciliegina sulla torta furono i soprannomi coniati per i giocatori rossoneri: Franco Baresi,  l’immensità che diventa regola, Cuore di drago per Paolo Maldini, Pippo mio per Pippo Inzaghi e Piedi di seta per Marco Van Basten, giusto per citarne alcuni.

Si dimostrò un gran Signore, quando il 25 febbario 2012, insultò in diretta (senza accorgersene) Antonio Conte ai tempi della Juve,ammettendo il suo errore. Si strinsero la mano e ammise il suo errore chiudendo la vicenda con un abbraccio.

Ora si è chiusa un’epoca durata 35 anni, Carlo Pellegatti ha detto basta, mancheranno le sue massime nella quale ha sfoggiato lezioni culturali, ottima conoscenza del tedesco, memorabile la risata del vecchio amico Carlo Ancelotti. Se Cesare Cremonini sostiene che da quando Baggio non giochi piu’, non è piu’ domenica, per i tifosi rossoneri vale la stessa cosa per Carlo Pellegatti.

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