Grande entusiasmo all’inizio, delusione alla fine: a San Siro il 14 settembre 1986 l’Ascoli sorprende il nuovo Milan targato Berlusconi con un gol rocambolesco di Barbuti

di STEFANO RAVAGLIA

 

Era il tempo in cui la macchina presidenziale arrivava fin sotto lo stadio, contornata da tifosi che applaudivano. Il 14 settembre di trentadue anni fa, Silvio Berlusconi arrivava così a San Siro per Milan-Ascoli, la prima partita di campionato in sella al nuovo Milan, acquistato dalla disastrosa gestione Farina. Sorride a trentadue denti: “E’ come il primo appuntamento d’amore”. Liedholm in panchina, Evani e Donadoni in campo a rifornire le punte Virdis e Hateley. Ancora senza terzo anello né copertura, il catino milanese ribolliva di entusiasmo. Un assedio quello del Milan nel primo tempo, tra cui un palo di Virdis. L’Ascoli, allenato da Sensibile, schiera Liam Brady in campo, vecchia conoscenza di Juventus, Sampdoria Inter e Arsenal, arrivato nelle Marche prima di chiudere la carriera al West Ham, e il compianto Pazzagli in porta, colui che tre anni dopo ancora non sa che sarà l’uomo di Tokyo in Coppa Intercontinentale.

Dopo venti minuti però, sono i bianconeri a passare: proprio il 10 irlandese pennella un lancio per Barbuti che sfida Baresi al vertice dell’area. Pare una posizione innocua, e invece l’attaccante toscano fa partire un collo destro la cui palombella si insacca alle spalle di un sorpreso Galli. San Siro ammutolito e Ascoli che respingerà l’assalto del Milan anche nella ripresa: testa di Massaro, deviazione di Pazzagli e nuovo palo dei rossoneri. Barbuti, al termine della partita, si beccò il premio di 8 milioni di lire previsto dal presidente Costantino Rozzi. E quando tornò nelle Marche, bandiere bianconere alle finestre con la gente ascolana che gridava il suo nome. A fine partita Giovanni Galli, invece, si sfoga: “Non datemi sempre colpa, bisogna dare anche i meriti a chi fa gol. Io cerco di impegnarmi, e alla fine vedremo i risultati”. Uno scudetto, due Coppe dei Campioni e due Intercontinentali. Quel Milan neonato che piangeva con l’Ascoli, rise in faccia a tutto il mondo per i tre anni successivi.

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