Nella serata vincente di Europa League, è emersa l’ottima intesa tra l’attaccante argentino ed il bomber canterano, questa nuova soluzione potrebbe essere più di un’idea per il futuro

 

di ALESSANDRO DELL’APA 

 

Chi si era fatto, un’idea negativa su Rino Gattuso e vedeva aleggiare gli spettri sulla sua panchina, deve ricredersi: il suo Milan piano piano sta diventando squadra. Nell’ultima settimana al già oculato gioco, si sono aggiunti i risultati, una quattro giorni da incorniciare. Per rilanciare, una classifica deficitaria in campionato e per facilitare le cose nel girone di Europa League.
Il primo tempo di San Siro aveva risvegliato le cassandre, ma tuttavia i cambi azzeccati del tanto bistrattato tecnico di Marina di Schiavonea, hanno letteralmente ribaltato l’inerzia della gara.

Novità tattica(ma non tanto) della sfida con l’Olympiacos, il 4-4-2 con la contemporanea presenza di Higuain e Cutrone.
Mossa decisiva per sbrogliare il bandolo della matassa, la garra del ragazzo della cantera unita all’unicità del Pipita, ha fatto impazzire la difesa greca.
Dopo il risultato eccellente di questo nuovo sistema di gioco, ci si chiede se i due, l’allievo ed il maestro, possono coesistere insieme dal primo minuto.
La risposta è sì, sia dal punto di vista tattico, l’attaccante argentino tende ad arretrarsi spesso per cimentarsi a fare il regista offensivo, il prodotto del settore giovanile invece attacca gli spazi e gioca in profondità, ma anche dal punto di vista tecnico, in quanto alzano notevolmente la qualità e la pericolosità del reparto offensivo.  Resta però un dubbio  in merito, ovvero, il fatto che Cutrone dia il meglio di se, subentrando a partita in corso ed inoltre dal primo minuto ha steccato le partite decisive, tuttavia quest’ultima valutazione, potrebbe scemare vista la presenza di un partner come il Pipita.

Questo modulo ha anche un fattore positivo ed uno negativo, il positivo è che può esaltare Calhanoglu, infatti il turco avendo un raggio d’azione più ampio a disposizione, può dare sfogo a tutta la sua imprevedibilità ed alle sue geometrie. Il negativo è che Bonaventura,  per caratteristiche  è  di difficile collocazione all’interno di esso, quindi essendo imbrobabile che si rinunci ad un giocatore del suo calibro, la sensazione è che si prosegui col rodato        4-3-3 , però non escludendo la possibilità di variare sia al 4-4-2 che al 4-2-3-1, a seconda di avversario e partita, con la consapevolezza delle molteplici soluzioni, cosa fino allo scorso anno utopistica.

Dato curioso e tendenzialmente molto rilevante infine, è quello che dopo tante rimonte subite, i rossoneri hanno dimostrato il carattere di ribaltare il risultato, dando un segnale di rabbia, di grinta e di forza, sinonimo di una mentalità nuova, per lo meno intravista.
Vero ci sono alcuni giocatori da recuperare(Bakayoko), e alcuni a fasi alterne(Laxalt e Castillejo), tuttavia come successo  con R.Rodriguez e Biglia, tornati ai fasti di Lazio e Wolfsburg, si possono man mano inserire e in attesa dei lungo degenti Conti e Caldara, magari con l’innesto di un centrocampista ed un attaccante a gennaio, il tanto agognato salto di qualità non è poi così lontano.

 

 

 

 

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