Il 5 novembre 1989 il 3-2 ai bianconeri a San Siro

 

di STEFANO RAVAGLIA

 

Si avvicinava la fine di un anno magico, per il Milan. Un 1989 iniziato male, a Cesena, sconfitta per 1-0 e Sacchi addirittura a rischio esonero. E quell’anno il Milan lo stava per concludere in vetta al mondo: il 5 novembre mancavano quaranta giorni alla finalissima di Intercontinentale a Tokyo contro il Medellin. Nel frattempo, il nuovo campionato non era iniziato benissimo: all’undicesima giornata, quando quella domenica di ventinove anni fa arriva la Juventus a San Siro, i rossoneri hanno già all’attivo quattro sconfitte e sono reduci dal ko di Ascoli. Inoltre, tre giorni prima, a Madrid, il Real ha parzialmente riscattato il 5-0 di qualche mese prima, battendo 1-0 i rossoneri nell’andata degli ottavi di Coppa dei Campioni.

Dopo i bianconeri poi, ci sarà il derby, e i rossoneri dunque non possono sbagliare. Gullit è alle prese con i problemi al ginocchio e manca Tassotti, sostituito dal compianto Salvatori.
La Juventus è quella di Zoff in panchina con Rui Barros e Zavarov in campo ma soprattutto con Salvatore Schillaci, peperino di cui da lì a qualche mese si sentirà parecchio parlare.
Dopo lo 0-0 del primo tempo, nella ripresa arrivano i fuochi d’artificio. Van Basten, in grande spolvero quel pomeriggio, trasforma al settimo un calcio di rigore concesso per atterramento di Donadoni da parte dello juventino Tricella. Sembra improbabile che la Juventus ribalti la situazione, ma è ciò che accade.

Un altro rigore, stavolta a favore dei bianconeri, per fallo di Fuser su Zavarov viene trasformato da De Agostini. Poi, proprio Schillaci, con un diagonale, buca Pazzagli, che quel giorno sostituisce Galli tra i pali, e fa 2-1 a metà tempo. Mancano dodici minuti al termine, e salgono in cattedra i pezzi da novanta. La battuta di una punizione dal limite, al 78°, è affidata a Donadoni. Il numero 7 calcia in modo quasi telecomandato, e la sfera si insacca all’incrocio sul palo di Tacconi. Dopo sette minuti, lancio dalle retrovie controllato in area da Van Basten, che resiste all’urto con i difensori bianconeri e buca Tacconi sul primo palo: 3-2.

Sette giorni dopo, in “casa” dell’Inter, altre tre reti e un altro trionfo. Il Milan perderà in modo sfortunato il duello scudetto col Napoli, complice anche Lo Bello figlio e la fatal Verona. In Europa invece sarà un altro cammino di gloria. Ci piace pensare che tutto sia iniziato quel pomeriggio di inizio autunno, il 5 novembre 1989, Milan-Juventus 3-2

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