I rossoneri sono reduci da una serie di risultati deludenti, l’ultimo di questi il pareggio con il Frosinone. Ma chi è il colpevole?..
di PIETRO ANDRIGO
I numeri. I freddi e crudi numeri bastano a descrivere il momento di estrema crisi del Milan. 4 le partite in cui il milan non riesce ad andare a segno. 2 i soli gol nel mese di dicembre, di kessie e cutrone contro il Parma. 9 le partite consecutive da cui il Pipita è a digiuno di gol. Sempre 4 le partite in cui il Milan non trova i 3 punti.
Andiamo ad analizzare i vari sospettati di questa dura crisi rossonera.
SFORTUNA: In ogni crisi, di qualunque tipo essa sia, viene cercato un colpevole ed anche nella crisi rossonera è da individuare ma in diversi fattori e diverse persone. Se la componente degli infortuni e della sfortuna sotto porta non è da sottovalutare, così come alcuni errori arbitrali non si deve tuttavia limitare a queste 3 componenti la ricerca della falla nel sistema Milan.
ALLENATORE: Nei momenti di difficoltà è l’orgoglio e la grinta che devono fungere da carburante per dare una carica alla squadra e tali caratteristiche devono essere trasmesse dall’allenatore. Gattuso in questo senso non è riuscito evidentemente a trasmettere queste emozioni basta guardare, in questo senso, i pareggi scialbi contro il Frosinone e il Bologna.
SQUADRA: Molti dei possibili trascinatori di questo Milan stanno deludendo ampiamente le attese. Se Laxalt non assomiglia neanche alla brutta versione del terzino di qualità che abbiamo ammirato negli anni al Genoa, giocatori che lo scorso anno erano stati trascinatori nella seconda parte della stagione, quest’anno invece di essere leader affossano con le loro prestazioni il vecchio diavolo. È il caso dei vari Calhanoglu o dei vari Kessiè o Rodriguez che non riescono a trovare la continuità con le buone prestazioni dello scorso anno.
HIGUAIN: Il Pipita merita un’analisi a parte. L’attaccante argentino è spesso nervoso e frustrato in campo, emotivamente scosso sbaglia anche le occasioni più semplici come il rigore in movimento contro il Frosinone nella partita di ieri. Il numero 9 rossonero è caratterialmente fragile, alle prime difficoltà sbotta e perde la sua leadership naturale che aveva fatto ampiamente vedere nelle esperienze con il Napoli e la Juventus. C’è da sottolineare tuttavia che il pipita viene servito pochissimo e male: solo 44 palloni toccati per lui ieri e poche idee per mandarlo in porta. Il nervosismo poi lo induce ad errori come quelli di ieri, di certo non da lui.
La crisi è profonda, i colpevoli sono tanti. Il Milan tuttavia invece di piangersi addosso, dovrebbe rimboccarsi le maniche, unirsi e cercare di uscire al più presto da questo momento di debacle.