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“Ginko”, una vita al Milan. E’ scomparso l’ex medico sociale Monti

EVANI ALBERIGO,GULLIT RUUD,PAZZAGLI ANDREA, DOTTOR MONTI GIOVANNI E FUSER DIEGO IN PANCHINA MILAN 1989/90

Sempre col sorriso sulle labbra, Giovan Battista Monti ha assistito i calciatori del Milan per trentadue anni

di Stefano Ravaglia

 

Con Rodolfo Tavana ha formato per anni un sodalizio inossidabile. Il Milan che funzionava bene, in campo e dietro le scrivanie, lo deve anche ai due medici sociali che negli anni d’oro hanno tenuto i muscoli, pregiatissimi, di quel Milan, sempre attivi, risolvendo qualsiasi problema medico si presentasse. “Ginko” Monti se n’è andato, era malato da tempo, aveva 79 anni. Dal 1966 al 1998 ha vissuto tutto il Milan moderno: Rivera, Rocco, la B, la rinascita con Berlusconi e l’ultimo ciclo con Capello. Le parole del Milan nella sua nota di cordoglio di ieri, non lasciano spazio a interpretazioni:

Avrebbe compiuto 80 anni a settembre, il caro vecchio Ginko. Il medico per eccellenza dell’intera Storia rossonera. Nato per stare con i Grandi, il dottor Giovanni Battista Monti. Era a Buenos Aires con Rivera e Combin nel 1969 per il primo Milan Mondiale della Bombonera. Era a Napoli nel 1988 con Sacchi e con Gullit per il primo Scudetto di una nuova Era.  Naturalmente presente al fianco di Marco Van Basten all’inizio degli anni Novanta. Era stato il dottor Monti a consigliare al Cigno olandese di non operarsi alla caviglia. Perché se al Ginko dei fumetti sfuggiva Diabolik, al Ginko della vita reale non sfuggivano certe insidie dei muscoli e delle giunture.  Trentadue anni di Milan, il caro Ginko, chiamato così per la prima volta dal Paròn Rocco. Ha iniziato nel 1966 con Arturo Sandokan Silvestri in panchina, ha chiuso nel 1998 con Fabio Capello che lo ha amato tantissimo. Ha vinto tutto con il suo Milan, il dottor Monti. Ma ha insegnato ancor di più. Con quel sorriso bonario che profumava di Milan come nessun altro.

Un altro pezzo di vecchio Milan che se ne va, le foto in bianco e nero quando si entrava in campo con un secchio e una spugna,  poi quelle nella divisa elegante con cravatta rossonera quando il Milan se ne andava in giro fino a vincere l’Intercontinentale in Giappone. Vent’anni dopo aver lasciato il Milan, Giovan Battista lascia la vita terrena. E si prende quel pezzo di vecchio Milan che non tornerà più.

 

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