Piatek è l’attaccante con la media reti migliore rispetto alle presenze in europa nei cinque campionato principali. Ha fatto meglio di Mbappe’, Lewandowski e Messi
di ALESSANDRO DELL’APA
Krzystof Piatek, è sicuramente l’uomo del momento in casa rossonera, il bomber polacco arrivato per 35 Milioni +bonus nella finestra invernale di calciomercato, ha realizzato tre gol nelle ultime due partite contro Napoli e Roma, confermando l’ottima vena realizzativa vista già col Genoa.
Entrare nel dettaglio delle prime tre partite di Kris con la maglia del Milan, significa stropicciarsi gli occhi di fronte a un trionfo di statistiche affascinanti: un gol ogni 61 minuti, ovvero uno ogni 26 palloni giocati.
Altro dato impressionante sono i 22 gol stagionali in 24 partite, una media spaventosa, inoltre tra i quattro giocatori dei cinque principali campionati europei che hanno segnato questo numero di reti, Piatek è quello col minor numero di presenze: Mbappè ha segnato lo stesso numero di reti del polacco ma con una gara in più, Lewandowski ha messo a referto 24 centri in 27 presenze, Messi 29 in 27 match giocati.
Il numero 19 intercettato dai microfoni di Foot Truck ha rilasciato le seguenti dichiarazioni:
Sull’impatto nel campionato italiano: “Ho fatto dei gol in Serie A, la pressione l’ho scelta io stesso. Mi devo abituare, ma di sicuro non cambierò. Cerco di essere sempre la stessa persona e di lavorare come prima”.
Sulla popolarità improvvisa: “Seedorf ha chiesto di fare una foto. È fantastico che gente del genere mi riconosca, vuole parlare con me. Come Shevchenko nello spogliatoio prima della partita col Napoli. Dopo la firma del contratto ho avuto un messaggio da Alvaro Morata: ha scritto che mi osserva, che mi augura buona fortuna. Anche questo è fantastico”.
Sull’esultanza: “In Polonia non c’era. Non era preparato. Giuro che dopo aver fatto il secondo gol ho fatto il gesto ed è rimasto così. Dopo è diventato un mio talismano, la serie dei gol è stata fantastica. La gente in Italia è impazzita”.
Sulla sua cultura del lavoro: “Mi fermo dopo gli allenamenti perché la punta centrale deve fare gol da ogni posizione. Ho migliorato i parametri fisici, anche la resistenza e la velocità. Ultimamente ho corretto il tiro. Ora ho una ripetizione migliore. Dopo gli allenamenti esercito la posizione del piede. Se guardiamo i miei ultimi gol in Serie A sono tutti molto simili”.
Sul Milan: “È stato un passo avanti nella mia carriera. Sono rimasto impressionato dopo l’arrivo a Milanello. Il debutto col Napoli? Ero così concentrato che non sentivo le urla dei fan. Solo prima della partita, quando ero ancora nel tunnel e lo speaker recitava i cognomi. Quando so di giocare dal primo minuto, non esco sul campo prima del riscaldamento. Sono i miei rituali. Però se sono in panchina, sono più rilassato e vado a vedere la tribuna. Avevo le cuffie e tutti i giocatori di riserva si sono seduti in panchina, sono entrato da solo in campo. Sento l’applauso, tolgo le cuffie e tutti: wooow! Ho applaudito anch’io e l’atmosfera è cresciuta. Un’emozione incredibile, i tifosi del Milan hanno salutato così un nuovo giocatore, che non ha ancora fatto niente per il club”.
Su se stesso: “Dopo il primo allenamento in Italia mi sono detto: se faccio 12 gol in questa stagione, sarò contento. Ma l’appetito vien mangiando. Devo lavorare duro ogni giorno, in ogni allenamento, e alla fine ci saranno i risultati. Non importa se gioco a San Siro o per il Cracovia o per la Nazionale polacca”.