Il 26 marzo 2013 se ne andava a 42 anni Claudio Lippi, volto di Milan Channel e grande rossonero

 

di Stefano Ravaglia

 

Chi scrive, Claudio Lippi ha avuto la possibilità di incrociarlo. Da seguace di Milan Channel, giocai con lui al telefono un pomeriggio di tanti anni fa. Uno di quei giochi dove si vincono biglietti, e che Claudio conduceva con lo spirito più adatto: ironia, sobrietà, leggerezza. Sin dal primo giorno lavorava dentro al mondo rossonero, per quella televisione che all’alba del nuovo millennio stava unendo tutti i rossoneri del mondo. Sorrideva prima dagli occhi, poi dalla bocca. Sotto quel cesto di capelli bruni, un ragazzo che quasi pareva non essere mai uomo. Innamorato del suo lavoro, innamorato del Milan, professionale seppur tifoso. Ogni tanto esistono persone che non hanno difetti, e lui era un appartenente a questa ristretta cerchia. Accettava le prese in giro bonariamente, era preso in simpatia da tutto il Milan e aveva una spontaneità e una affabilità fuori dal comune.

Il 26 marzo del 2013 la notizia mi colpì al cuore mentre mi trovavo all’estero: un incidente in moto se l’era portato via. Caro ai milanisti, caro agli dei. A Claudio è stata intitolata la sala conferenze di Milanello, il luogo dove si stava recando quel giorno maledetto. Dietro a ogni truce gioco del destino c’è sempre una coincidenza scioccante. Claudio manca, ma questo giornalismo urlato e caciarone non era affare suo. Milena, la compagna, e Sofia, che aveva solo un anno e mezzo quel giorno, sono donne rimaste senza la figura di riferimento, ma resta vivo e colorato il loro ricordo e quello di tutti i milanisti.

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