Quattro partite con compagini alla portata e ormai tagliate fuori da tutto: per la Champions League servono 12 punti
Di GIUSEPPE LIVRAGHI
L’odierno posticipo Milan-Bologna è la prima “tappa” della volata europea che vede il “Diavolo” stretto tra l’ancora realizzabile obiettivo Champions League e l’estromissione da tutto.
Successivamente alla gara coi felsinei, il Milan avrà un calendario che non è esagerato definire favorevole, dovendo affrontare (nell’ordine) la Fiorentina in trasferta, il Frosinone in casa e la SPAL in trasferta.
Sostanzialmente, compagini che ormai non hanno più nulla da chiedere al campionato: in crisi nera da tempo i viola (il cui ultimo successo è il 4-1 esterno alla SPAL, risalente addirittura al 17 febbraio), già retrocessi in Serie B i ciociari, ormai salvi gli estensi.
In pratica, non è da visionari pronosticare un bottino pieno, con 12 punti in questi ultimi quattro impegni, ma c’è un ma.
Anzi, due: Sinisa Mihajlovic e Vincenzo Montella, ex tecnici rosso-neri col dente avvelenato (più il secondo rispetto al primo), che potrebbero fare uno scherzetto alla loro ex squadra.
Senza girarci intorno, per poter sperare nella Champions League, il Milan deve far 12 punti su 12 in queste ultime quattro partite di campionato, confidando che l’Atalanta (attualmente quarta, con 6 lunghezze di vantaggio sugli uomini di Rino Gattuso) ne perda per strada tre, in modo da effettuare l’aggancio che, in realtà, sarebbe un sorpasso (il “Diavolo”, infatti, ha gli scontri diretti a favore nei confronti degli atalantini): qualora non facesse bottino pieno al cospetto di compagini ormai tagliate fuori da tutto (nonché ampiamente alla sua portata), il Milan non potrebbe recriminare nulla, poiché avrebbe meritato di rimanere estromesso dall’ex Coppa dei Campioni.
Il tempo dei calcoli è finito.
O, se volete, il calcolo è facile: tre per quattro uguale dodici.