Nel giorno dell’arrivo del brasiliano a Milano, in molti si interrogano sul suo ruolo. Dove può giocare?
Luiz Adriano, una storia per capire chi è. Nella stagione 2006/07, gioca poco e segna poco, ma solo gol pesanti come quello nella semifinale del Mondiale per Club contro l’Al-Ahly, poi vinto in finale contro il Barcelona di Ronaldinho & co. Il suo talento viene costantemente oscurato dal suo compagno di reparto, Alexandre Pato. I due hanno caratteristiche simili ed un destino che sembra già segnato. Al termine di quella stagione Pato appena 18enne va al Milan per 22 milioni di euro, mentre il 20enne Luiz Adriano per 3 milioni sposa la causa dello Shakhtar Donetsk. Dal 2007 alla stagione appena conclusa Luiz Adriano milita nella squadra Ucraina. Dopo una prima stagione di luci ed ombre (primo gol solo alla dodicesima giornata), esploderà definitivamente nella stagione successiva. Da quel momento segnerà almeno 15 gol a stagione. Diventerà il miglior marcatore di sempre dello Shakhtar con 128 gol in 265 presenze: una media di 1 gol ogni 2 partite. Di tutti questi gol solo uno non ci piace ricordare: quello contro il Nordsjaelland in cui raccoglie e insacca un pallone di Willian destinato alla restituzione. Verrà squalificato una giornata per aver violato le norme del fair play. Tornando ai fatti positivi della sua carriera ucraina, può forgiare un palmares invidiabile: 6 Scudetti, 4 Coppe d’Ucraina, 5 Supercoppe d’Ucraina e una Coppa Uefa nel 2009. Ben 16 trofei in 7 anni, niente male. Da questa avventura non si porta dietro solo i record ed i trofei, ma anche una maturazione tattica che lo ha consacrato e reso interessante agli occhi degli scout rossoneri.
In un’intervista del Dicembre 2014 spiega chiaramente l’evoluzione del suo ruolo e chiarisce i dubbi del tifoso rossonero. Nasce come punta alla Menez, cioè molto tecnico, amante del dribbling e solito svariare su tutto il fronte d’attacco con percussioni centrali ed esterne; diventa seconda punta alla Robinho, solito giocare in coppia con un vero centravanti; infine si trasforma in una punta feroce, abile nell’attaccare la profondità ed ossessionato dalla conclusione, un vero numero 9 che tuttavia si adatta perfettamente al gioco in coppia o in trio viste le sue qualità tecniche. Non ci stupiamo di questa completezza poiché i suoi idoli sono tre attaccanti diversi per caratteristiche: Ronaldo (il brasiliano), Drogba e Romario.
In conclusione, per gli amanti del caso, Luiz Adriano sbarca a Milano a 28 anni e decide di indossare la maglia numero 9. Nel 2001 un altro 28enne sbarcò a Milano e decise di indossare la maglia numero 9, il suo nome è Filippo Inzaghi. Coincidenze?
@PietroCartolano