Il match dell’Artemio Franchi ha evidenziato ancora errori arbitrali che si ripercuotono sull’ambiente rossonero. Il tifoso chiede chiarezza mai ricevuta
DI GIUSEPPE VITALE
La snaturalizzazione del calcio è iniziata da tempo, il VAR puntualmente smorza e strozza l’esultanza per un goal, alimentando il dibattito nei post partita che diventano sempre più confusi e inaspriti per un regolamento scritto da qualcuno che non vuole esattamente bene a questo sport.
Eppure la tecnologia doveva esattamente produrre l’effetto contrario, quindi significa che qualcosa deve essere andato storto, ma purtroppo a quanto pare, nessuno ha intenzione di aggiustare il tiro.
Il Presidente Commisso ,aveva lamentato di episodi contro la Juve che avevano penalizzato la sua squadra, ora sembra averne ricavato i frutti contro il diavolo. E poco importa se questa sia malafede, perché continua a non esserci nessuno che faccia chiarezza e smentirci con motivazioni plausibili, finendo per fomentare i nostri cattivi pensieri.
Continuiamo a credere che l’interpretazione del pensiero arbitrale ci sia eccome, perché il regolamento viene applicato a singhiozzi con casistiche sempre nuove che di volta in volta, continuiamo a scoprire. Il protocollo del VAR è variegato da chiamate che a volte arrivano puntuali, mentre in altre si sorvola e addirittura, in alcuni casi, la tecnologia non funziona nemmeno.
Tirando le somme, per esprimere un parere definitivo e complessivo, dato gli episodi che il campionato c’ha fornito, potremmo credere alla malafede, oppure usare un’ espressione Fantozziana che rispecchia a pieno il pensiero del tifoso di calcio: il protocollo VAR è..
è come la corazzata Potëmkin.