Rangnick rimane in pole per la panchina del Milan, ma i nomi alternativi restano ancora diversi, con varie motivazioni per ognuno di loro
DI GIUSEPPE VITALE
All’orizzonte il futuro è annebbiato e non lascia spazio a grandi interpretazioni, sono tanti ancora i dubbi che girano in orbita rossonera e non ci permettono di fare un identikit preciso sul possibile nuovo diavolo. Molte cose cambieranno a livello di uomini e di riferimenti , sperando di tenerne alcuni per noi e per la nostra riconoscibilità.
Avremo ancora un Milan giovane , probabilmente ancora più giovane rispetto a quello attuale, con un’idea di gioco propensa all’attacco se si verificasse l’avvento di Rangnick. L’intelligenza e la dedizione del tecnico tedesco conforta gli animi, ma allo stesso tempo ci ricorda di quanto sia sperimentale il suo metodo e della poca pazienza a nostra disposizione. Ci piacerebbe vedere una figura più rassicurante e con esperienze certificate alla nostra causa, tipo Spalletti.
L’allenatore toscano ha centrato la qualificazione all’Europa che conta 2 volte con i cugini e fece lo stesso con la Roma, sembra avere le caratteristiche adeguate per i traguardi rossoneri.
Tra i papabili c’è anche il ritorno di Allegri, ma ora è un tecnico che pensa in grande con un ingaggio oneroso e questo “ piccolo” Milan deve farne di strada per essere affascinante agli occhi dei grandi. Infine rimane la conferma di Pioli, con la sua praticità ha rimesso i pezzi al posto giusto e tappato quei fori che facevano imbarcare acqua, proponendo a tratti delle linee guida valide per giocare un buon calcio.
Diversi nomi e nessuna certezza ,almeno non annunciata. Non sono esclusi colpi di scena perché questa volta può succedere di tutto. Un’altra volta.