Il profeta del Milan oggi si chiama Sinisa Mihajlovic, e i 10 comandamenti sono le regole di atteggiamento e applicazione che il sergente impone ai suoi calciatori

Il clima a Milanello è cambiato. Si esercita una nuova idea di calcio: mentalità da ‘big’, precisione nei passaggi e lavoro collettivo. Ad una squadra ancora priva degli adeguati rinforzi, non manca la dedizione. Come abbiamo visto fare a tutte le squadre di Mihajlovic si dovrà correre, lottare e puntare sempre al massimo risultato. A differenza di moltissimi allenatori (vedi Inzaghi, Mazzarri, Benitez, ecc.) non giustifica nessuno e non perdona nessuno. Le sue conferenze stampa dopo una sconfitta sono dure e decise: poche parole, ma taglienti. In molti ricorderanno l’episodio dello scherzo telefonico fattogli da Okaka, in cui l’attaccante comunicò al mister che avrebbe saltato l’allenamento all’indomani per il matrimonio del fratello; la reazione del sergente fu decisa e colorita con toni accesi e minacce di far saltare al giocatore la partita la domenica successiva. Forse al Milan questo serve.

(Leggi i 10 comandamenti nella pagina successiva)

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