Si fanno tanti nomi, sul futuro centravanti rossonero…ma perchè non prendere in considerazione Belotti..

DI MATTEO ANOBILE

Ibra arrivato a gennaio per il Milan è stato come un quadro elettrico in un appartamento, ha dato alimentazione alla squadra. In due mesi: 4 vittorie, 2 pareggi e 2 sconfitte. 14 punti in 8 partite, considerando che la partita con il Verona in casa l’ha saltata per squalifica. L’incognita sul suo futuro è come una “X” di un’equazione complessa da risolvere.Si sono fatti tanti nomi, non dovesse rimanere lo svedese, da Cavani fino ad Icardi, ma forse un po’ utopistici. Uno è passato di moda, anche se il Milan ci provò nella famosa estate del 2017,ma Cairo sparò alle stelle la quotazione, questo nome è Andrea Belotti. Classe 1993, 27 anni da compiere il prossimo dicembre, punta del Toro e della nazionale. 85 reti in 179 presenze con la maglia granata, il che equivale a 0,47 gol a partita. Tradotto dal freddo calcolo matematico: vuole dire quasi un gol ogni due partite, da quando è arrivato a Torino, in serie A ha realizzato: 14 gol su colpo di testa, 19 reti di destro, 9 reti di sinistro e 16 dal dischetto. Un repertorio variegato che potrebbe ben integrarsi in un 4-4-2, a patto che gli arrivino i cross. Per quello che riguarda il numero da indossare, non è obbligatoria la maglia numero 9, la 20 (che fu di Bierhoff) dall’inizio della prossima stagione sarà libera. Inoltre fatto non secondario, la sua fede rossonera non è un mistero, ma conclamata ai quattro venti.

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