facciamo il punto sulla rovente questione dirigenti e allenatori a Casa Milan
Maldini e poi Boban erano stati chiamati dal fondo Elliott ad occuparsi del Milan in un momento storico in cui la credibilità del club era sotto i livelli di guardia. Infatti, dopo la cessione dei rossoneri da parte di Fininvest e del presidente Berlusconi a Sino Europe con Yonghong Li , la UEFA dubitava fortemente del rispetto dei paletti finanziari del fair play da parte di via Aldo Rossi.
Quali migliori figure da ingaggiare allora di uno dei più gloriosi capitani della storia e di un già dirigente nell’ambito FIFA? Passato quel determinato periodo ‘emergenziale’ -diciamo così- però, sono emersi limiti caratteriali , spigolature e inesperienze nel ruolo che hanno fatto ben presto perdere la fiducia nel duo di antichi amici da parte del fondo Elliott. Il carattere, la fermezza data dalla lunga frequentazione in un ruolo, sono infatti elementi fondamentali per rimanere ai vertici di un club così prestigioso; per di più alle prese con l’ennesima rifondazione tecnico/sportiva, distante quasi due lustri dalle ultime vittorie.
Smarcato il tema Boban e Maldini, passiamo all’allenatore Pioli , che è stato chiamato a rimpiazzare in corsa il traballante e un po’ tramortito Giampaolo. La sua Mission era quella di tentare di far risalire la squadra verso la zona alta della classifica, possibilmente tramite un gioco più convincente. Pur apprezzando il carattere più equilibrato del nostro coach- certamente di gran lunga preferibile a quello del desiderato Spalletti – dobbiamo sottolineare che il suo Milan continuava ad essere in grandi difficoltà . Solo l’arrivo nel mercato invernale di Zlatan Ibrahimovic ha permesso ai ragazzi di centrare una tranquilla metà classifica.
Si esaurisce così oppure non è stata centrata, con qualche velenosa dichiarazione alla stampa in coda, la mission che era stata assegnata da Elliott ai tre, come loro stessi ben sanno. Augurandoci che si riesca a chiudere questo campionato mozzato dal covid-19 oppure che si passi direttamente al prossimo, il Milan si affiderà a un professionista tedesco che ha un curriculum di maggior garanzia. E in quanto a organizzazione , sia la Germania che Rangnick, forse qualche contributo lo possono dare…