Milan-Verona 4-0 del 1992 coincise con l’ultima partita di Carletto Ancelotti della sua luminosa carriera.
DI MATTEO ANOBILE
Storicamente il Verona è quasi sempre stato un avversario maledetto, ma ogni tanto ha evocato qualche ricordo piacevole. Il 17 maggio 1992, il Milan campione d’Italia (11° scudetto) da una settimana, ospita il già retrocesso Hellas. La partita inizialmente è un proforma, 2-0 per il Milan con gol di Van Basten (su rigore) e Gullit, al 77 ‘Ancelotti, subentrato da dieci minuti si fa due regali per l’ultimo canto. Prima una mina da fuori area di destro si infila nell’angolino, non passa che un minuto e ancora Carletto pressa il difensore scaligero, gli ruba palla e in uscita fredda Gregori. San Siro è in estasi, ma il destino è benevole con chi è stato generoso in campo.Ancelotti è arrivato in rossonero nel 1987(ultimo giorno e ultima ora di mercato!) e in cinque stagioni vinse: due scudetti, una supercoppa italiana, due:coppe dei campioni,due Supercoppe Europee e due Intercontinentali. Il suo acquisto fu caldeggiato da Arrigo che convinse Berlusconi. Il presidente era scettico, perchè lo reputò “invalido”, per gli infortuni alle ginocchia. Sacchi gli rispose che lo avrebbe preoccupato se l’invalidità l’avesse avuta nel cervello. La sua notte, fu il 19 aprile 1989 quando nel 5-0 segno l’1-0 con una bomba che sfondò la porta. In rossonero, 160 presenze e 11 reti, giocava in mezzo al campo ed era soprannominato, Terminator per la sua capacità di recuperare palloni e reimpostare l’azione.