Il 13° scudetto è arrivato senza non qualche sofferenza di troppo, una squadra che dopo aver corso tanto rallentò nel finale, portando comunque la nave in porto
DI MATTEO ANOBILE
Il 30 maggio 1993 con un pareggio casalingo (1-1) con il Brescia, il Milan conquisto aritmeticamente il 13° scudetto. Fu una vittoria agro dolce. Amara poichè quattro giorni prima, a Monaco di Baviera un colpo di testa di Bolì, levò ai rossoneri una Coppa dei Campioni strameritata. L’inopinata ed ingiusta sconfitta con il Marsiglia (su cui pendevano illeciti e casi di doping!) avvenne dopo un dominio totale del diavolo, fu anche l’ultima recita di Marco Van Basten. Ma quella domenica,ci fu un giusto epilogo a una stagione per 2/3 dominata. Vittorie roboanti: 7-3 a Firenze, 5-3 in casa con la Lazio o il 5-1 al San Paolo. La squadra era una Ferrari, fino a che la meccanica e la benzina l’hanno supportata. In quel campionato terminò anche il record di imbattibilità, il 21 marzo, un punizione di Asprilla con conseguente vittoria del Parma a San Siro, fermò il Milan a 58 risultati utili consecutivi. Bellissima risposta fu quella di Baresi a Simona Ventura il giorno dello scudetto. “Ma avete mai avuto paura di perderlo il campionato?” Il capitano rispose: “Come si fa ad avere paura di questa Inter!!” In risposta della loro ennesima festa su una disgrazia altrui, per la finale persa il mercoledì precedente. Una menzione meriterebbe quella formazione: Rossi,Tassotti,Baresi,Costacurta,Maldini,Donadoni,Rijkaard,Albertini,Lentini,Van Basten,Papin