Balo anche a Brescia fa i capricci… arrivando ai ferri con le rondinelle
DI MATTEO ANOBILE
C’è un famoso proverbio che recita: Chi ha il pane non ha denti, chi ha i denti non ha il pane, si potrebbe accostare a Mario Balotelli. Affacciatosi al grande calcio con l’Inter, sebbene abbia vinto tanto se ne andò sbattendo la maglia sul prato di San Siro. Vinse uno scudetto al Manchester City, ma arrivo alle mani con il suo mentore, Mancini. A Liverpool, fece un anno da turista non pagante e non incise per nulla, infine a Brescia non è riuscito ad integrarsi nella squadra della sua città. La sua grande occasione la ebbe in tre annate divise in due tranches. Dal febbraio 2013 al giugno 2014 e nella stagione 2015/16 arrivò nella sua squadra del cuore, il Milan. Le prime due annate, fece 54 presenze con 30 gol, non male. Le sue reti valsero una qualificazione insperata alla Champions del 2013. Sopratutto il primo anno giocava con il cuore, indimenticabili le reti a San Siro con: Udinese,Parma e Torino. La stagione successiva, non fece grandi disastri, se non la clamorosa sfuriata, nei confronti del direttore di gara con il Napoli a San Siro che gli costò cinque giornate di squalifica. Il 2015-16 fu da dimenticare, giocò con l’indolenza di che si trovasse al Milan per caso, tanto che Mihajlovic lo rincorse per il campo dopo che entrò svogliato in una partita contro il Genoa. Oppure il selfie in Vaticano con il Santo Padre sullo sfondo, atteggiamenti tutt’altro che professionali, riconducibili ad un’etica sportiva. Balotelli probabilmente nel suo inconscio ha pagato i primi due anni di vita a Palermo, quando venne abbandonato dalla famiglia d’origine. Si dice che il nostro cervello è una spugna e somatizzi tutto. Però poi la fortuna lo ha abbondantemente baciato, ma lui con indolenza, non sembra abbia apprezzato, anzi pareva che tutto gli fosse dovuto. A 29 anni tirando le somme potremmo parlare di un grande campione, con poco carattere che di fronte alle difficoltà della vita. Avendo avuto tutto, non ha percepito l’importanza della resilienza.