Nati lo stesso giorno anche se spesso non hanno avuto un rapporto idilliaco.

DI MATTEO ANOBILE

Il 18 giugno in casa rossonera è una data particolare, sono nati due uomini che in un modo o nell’altro hanno scritto il loro nome nell’albo d’oro del Milan. Fabio Capello e Vincenzino Montella, il primo è un classe 1946, quattro anni da calciatore con la maglia del diavolo, dal 76 al 1980. Protagonista con un giovane Baresi in campo e Liedholm in panchina, ha vinto lo scudetto della stella nel 1979. Da allenatore, voluto da Berlusconi in sostituzione di Sacchi. Grandissimo motivatore, ha rimesso in pista una squadra che pareva finita. Dal 91 al 96, vinse 4 scudetti, 3 Supercoppe Italiane, 1 Supercoppa Europea e 1 Coppa dei Campioni, nella magica notte di Atene, con un perentorio 4-0 al Barcellona.
Vincenzo Montella, classe 1974, da giocatore ha fatto parecchio male ai rossoneri, un centravanti con un’ottima capacità realizzativa. Da allenatore, a Firenze incantò l’Italia, per il suo gioco spumeggiante. Galliani nel 2016 lo scelse, come ultimo tecnico della gestione Berlusconi. Vincenzino senza che nessuno gli chiedesse nulla a Doah con la Juve vinse la Supercoppa Italiana. L’ultimo trofeo della storia rossonera e riportò dopo quattro anni il diavolo in Europa. Nel novembre 2017, fu esonerato, al suo posto arrivò Gattuso. Il paradosso che Capello allenatore vinse con Montella giocatore uno scudetto nel 2001 a Roma. Sebbene l’ex centravanti spesso gli ha levato le castagne dal fuoco, i rapporti fra i due non erano idilliaci. Ma magari un sms di auguri se lo sono anche scambiato.

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