Pensando a Milan e Parma non si può non pensare ad Arrigo Sacchi che ha legato il suo nome a queste due società.
DI MATTEO ANOBILE
Il nome di Sacchi e’ indissolubilmente legato al Milan e al Parma diventando quasi un assioma. Arrivato nella città ducale nel 1985 dal Rimini, nel 1986 porta i gialloblù in serie B. La stagione successiva è quella della consacrazione. In una notte di febbraio del 1987, in coppa Italia i rossoneri trovano il suo Parma e subiscono una lezione di calcio a San Siro. Gli emiliani vincono 1-0 con un gol di Fontolan, al ritorno con uno 0-0 vengono estromessi dalla competizione nazionale. Berlusconi si innamora del mister di Fusignano , il suo calcio propositivo colpisce il Cavaliere. Nel 1987 arriva sulla panchina rossonera, dopo un avvio stentato inculca nella testa dei giocatori rossoneri il credo calcistico e arrivano otto trofei (italiani, europei e mondiali) in quattro anni. Il suo addio al Milan?? in un giorno di maggio del 91 contro il Parma ovviamente. Il suo calcio, tutto pressing e intensità gli vale la chiamata della nazionale, dove sfiora il titolo mondiale ad Usa 94. Nei 22 convocati, il 50% sono del Milan e del Parma ovviamente. Dopo la nazionale, ritorna al Milan nel 96/97 e chiude con un misero 11° posto. Quattro anni dopo, fa ritorno sulla panchina dei ducali. L’ansia con cui ha vissuto il calcio gli presenta il conto e così Sacchi abbandona definitivamente la carriera da allenatore. Una carriera che ha profumato di culatello e cotoletta alla milanese.