Con immenso piacere la redazione di Milancafe24 in occasione del Derby ripercorre con Pippo Sapienza, storico ed eccezionale responsabile della comunicazione del Milan degli invincibili, le stracittadine con protagonisti Kakà, Ronaldo e Ibrahimovic… In questa prima parte dell’intervista che pubblichiamo, trovate anche il racconto delle ore che precedono la Finale di Atene, con la conquista della Champions League!
Pippo, se pensi al Derby di Milano, se chiudi gli occhi, che immagine ti viene in mente?
“Allora, una serie di immagini, perchè è la mia storia… Io ho avuto la possibilità di iniziare la carriera all’Inter e quindi la gratitudine, la riconoscenza e comunque l’attenzione anche nei confronti dell’Inter nella mia vita non mancherà mai. Pur essendomi poi affermato al Milan. Se chiudo gli occhi e immagino un Derby, certamente la partita che mi resta tanto è il Derby del 5 ottobre 2003: è un Inter-Milan, finisce 3 a 1 per noi del Milan, e fa gol Kakà su un assist meraviglioso quanto improvvisato di Rino Gattuso. Fu il primo gol di Kakà in Italia e da lì, quindi parliamo di un episodio di 17 anni fa, parte la nascita di quello che diventerà uno dei più grandi campioni nella storia del calcio mondiale e nella storia del Milan sicuramente.
Sono molto affezionato a Kakà come lo sono tutti i milanisti, e io in particolare perché insieme a lui abbiamo poi costruito un percorso professionale che ci ha portato – grazie alla squadra – a vincere il triplete internazionale… Quindi la Champions League il 23 maggio 2007, la Supercoppa Europea il 31 agosto 2007 e il Mondiale per Club il 16 dicembre 2007. Sono tutte date molto significative, particolari; poi il 16 dicembre è anche il compleanno del Milan…Con Kakà costruimmo questo percorso professionale e grazie ai successi della squadra portarono il calciatore a vincere tutti i trofei: Pallone d’Oro, FIFA World Player, miglior giocatore della Champions League. Ho una foto che tengo a casa come ricordo io e lui insieme con tutti i trofei del 2007. Sapere che quel derby consacrò la nascita di questo astro per me è un ricordo indelebile!
E poi anche perché personalmente era il mio primo Derby che vivevo con la maglia del Milan, dopo averne fatti tanti con quella dell’Inter.Io ho 51 derby di Milano: 20 con l’Inter e 31 con il Milan… E il numero è dispari per una semplicissima situazione che riguarda un Derby cui sono fortissimamente legato, che non si giocò a San Siro bensì a Pechino. Il derby di Pechino di Supercoppa a tutti gli effetti è il primo derby ufficiale, forse l’unico della mia carriera, giocato fuori da San Siro. E vincemmo 2-1: fu una vittoria straordinaria in rimonta con Ibra e Boateng, che sono due protagonisti ancora del calcio ai nostri giorni. Boa è uno degli assistiti di Excellence Sport, che è l’agenzia per la quale io lavoro nella comunicazione, quindi sono tornato a lavorare col Boa.
Non voglio fare un torto all’Inter, pur essendo io molto più rossonero che nerazzurro, e neanche dare un dispiacere a tutti i cari amici milanisti, ma io devo anche ricordare un Derby che ho vissuto chiaramente cioè quello del 22 Marzo 1998: si gioca Milan-Inter e finisce 0-3 con la doppietta di Simeone e con quel gol di Ronaldo che ancora oggi vediamo in tante clip. Non ricordo devo dire i derby di Champions League. La tensione fortissima di quella settimana – io ero all’Inter – la sentivi in TV, nella città, nei bar, negli uffici, nelle edicole. Stavi proprio male dal punto di vista dello stress e allora non c’erano i social, non erano ancora esplosi in questa maniera. Però io ho sempre affrontato tutte le partite con una serenità d’animo incredibile.
Una cosa che ha sempre contraddistinto anche il mio gruppo di lavoro, soprattutto al Milan, era la serenità con la quale si affrontavano gli impegni. E questa era data in primis dalla proprietà, poi dalla struttura della società, dal presidente Berlusconi, Adriano Galliani, Ariedo Braida, Silvano Ramaccioni, Vittorio Mentana: questi trasmettevano sicurezza. Sì, c’era la tensione ma c’era anche la sicurezza. Poi la squadra era forte con una guida incredibile, come quella di Carlo Ancelotti, e tutte le componenti della squadra che erano veramente eccezionali. Quindi noi affrontavamo praticamente le sfide, anche le più importanti, con una grande tranquillità d’animo. Non superficialità. Io personalmente ho sempre vissuto ogni partita in questo modo.
Ricordo che ad Atene 2007, la nostra rivincita, la madre di tutte le rivincite, contrariamente alla tensione che magari albergava nell’hotel della squadra e in tanti di noi, io decisi di organizzare con i giornalisti al seguito del Milan una mangiata di pesce a Mikrolimano.E andammo lì, oltre il Pireo sul mare a mangiare un dentice, perchè questo pesce portava fortuna. Era il pranzo del 23 maggio 2007. C’erano alcuni del mio gruppo di lavoro( perché altri ovviamente stavano di guardia in hotel, ci davamo un po’ il cambio…) insieme al gruppone dei colleghi della stampa che erano venuti ad Atene per la Finale di Champions League. Il pranzo venne consumato in un ristorante di Mikrolimano a cielo aperto, col mare veramente ad un passo. Mangiammo il dentice, e vincemmo…”